L'Aquila: assalto al distributore, ma il furto è sventato
I ladri abbattono la colonnina del self service con una ruspa rubata, l'arrivo dei carabinieri li mette in fuga
L'AQUILA. Furto sventato al distributore. I ladri fuggono all'arrivo dei carabinieri dopo aver utilizzato una ruspa per sventrare la colonnina del self service. Mancavano pochi minuti alle tre del mattino, quando la pattuglia radiomobile in turno dei carabinieri di L’Aquila veniva inviata presso l’area di servizio “Total Sodifa” sulla SS 5bis tra gli abitati di Bagno e Bazzano per allarme di furto in atto. Ormai erano giunti a pochi metri dal distributore quando i militari si imbattevano in un grosso escavatore di colore giallo marca GVC, modello Terna, proveniente in senso contrario a quello loro, e rubato poco prima presso una ditta edile sita a poca distanza dal teatro degli eventi, sulla via Mausonia. Alla vista dei militari i due occupanti dell’escavatore con un balzo repentino abbandonavano il mezzo ancora in marcia e riuscivano a far perdere le loro tracce fuggendo a piedi per i terreni adiacenti grazie anche al buio della notte.
La ruspa utilizzata dai ladri (foto Raniero Pizzi)
L’escavatore in movimento e privo di conducente veniva fermato grazie all’intervento di uno dei due militari, che non senza difficoltà riusciva a salire sul mezzo in movimento frenandone la marcia sul ciglio della strada. Sulla pala meccanica anteriore era presente una delle due colonnine di accettazione banconote divelte dalla vicina area di servizio, contenente i soldi dei rifornimenti selfservice che i malviventi stavano tentando invano di portare via. Una scena da far west quella che si presenta agli occhi dei militari con le metodiche tipiche degli assalti alle grosse refurtive: il tratto stradale dell’area di servizio risultava interdetto da ambo i lati, in direzione L’Aquila, dove l’escavatore era diretto prima di essere fermato dai carabinieri, mediante un camion Iveco Daily anche questo rubato in una vicina ditta edile, che era stato messo di traverso sulla carreggiata in modo da ostacolare la circolazione e che sarebbe stato utilizzato per portare via la refurtiva qualora i malfattori avessero avuto modo di raggiungerlo con l’escavatore. Dal lato opposto, in direzione via Mausonia, i malviventi, sempre al fine di interdire la tratta stradale interessata dall’assalto, avevano invece posizionato 2 carrelli in disuso per il trasporto della legna, asportati anche questi da un terreno poco distante. Immediate sono scattate le ricerche dei malviventi sull’intera area grazie anche all’ausilio di altre due pattuglie della Compagnia di L’Aquila, diretta dal capitano Francesco Nacca impegnate anch’esse nei numerosi servizi notturni da tempo predisposti proprio per frenare tale tipologia di reati. Il piazzale si presentava come un campo da guerra: risultavano completamente abbattute due pompe di benzina e due colonnine di accettazione banconote, di cui una come detto ritrovata sulla pala dell’escavatore e l’altra ancora nel piazzale, con ogni probabilità destinata ad essere portata via e caricata sul vicino camion subito dopo la prima. Sul posto è arrivata anche una pattuglia dei Vigili del Fuoco di L’Aquila, che ha provveduto a mettere in sicurezza l’intera area rappresentando al gestore la necessità di ripristinare tutte le condizioni di sicurezza ai fini del riavvio dell’attività di esercizio. Ingenti i danni, che da una prima stima sono sicuramente superiori ai 50mila euro, senza contare quelli derivanti dal mancato esercizio per il periodo necessario alla riattivazione della struttura. Solo l’intervento immediato dei carabinieri ha permesso di sventare il furto che di li a poco si sarebbe consumato. I militi infatti poco dopo la mezzanotte erano stati resi edotti dell’avvenuto furto dell’escavatore e hanno deciso bene di pattugliare costantemente quella zona ritenendo verosimile un utilizzo dell’imponente mezzo escavatore nel breve periodo e in un luogo non lontano dal furto. Sono tuttora in corso le indagini, ed in particolare si stanno analizzando in modo accurato i fotogrammi dell’impianto di videosorveglianza del distributore. Non si esclude che ad agire non fossero solo in due. (g.g.)