L'Aquila, dipendente del Carrefour licenziata e reintegrata con l’articolo 18
Trasatti (Cgil): «Rientra lunedì. Direttore sospeso. È la vittoria dei diritti dei lavoratori». L’azienda condannata dal giudice non ricorrerà in appello: vogliamo un clima sereno
L’AQUILA. Reintegrata nel suo posto di lavoro, mantenendo le mansioni e con il pagamento di tutte le mensilità, comprese ferie, tredicesima e interessi maturati dal 2 dicembre 2016, quando cioè ha ricevuto la comunicazione del licenziamento perché «assente ingiustificata dal lavoro dal 17 al 23 ottobre 2016», come è scritto nella sentenza, pronunciata l’11 luglio e pubblicata ieri, del giudice del lavoro del tribunale dell’Aquila, Anna Maria Tracanna.
Protagonista della vicenda una dipendente del supermercato Carrefour di via Panella (sopra al cimitero), Sabrina Charlotte Bartolini, madre di due figli. Il ricorso è stato presentato dall’avvocato Francesca Ramicone e intentato dalla Cgil.
«Abbiamo vinto grazie all’articolo 18, che il governo ha voluto cancellare per i nuovi assunti», ha tuonato ieri mattina nella sede del sindacato il segretario generale provinciale della Cgil, Umberto Trasatti. «È la vittoria dei diritti dei lavoratori, spesso calpestati. Da quanto abbiamo appreso, sembra che il direttore responsabile di questa situazione sia stato sospeso e da qualche mese c’è un nuovo direttore. Noi non abbiamo nulla contro il marchio Carrefour. Anzi», ha precisato Trasatti, «sappiamo che i francesi sono molto attenti ai diritti dei lavoratori. Qui però stava accadendo il contrario».
«Confermiamo che provvederemo a un reintegro della dipendente, in ottemperanza alle decisioni del giudice», è la nota dell’azienda Carrefour. «Più in generale, prendiamo molto seriamente in considerazione episodi quali quelli riportati dalle cronache degli ultimi giorni, abbiamo già avviato una indagine interna per accertare fatti e responsabilità e messo in atto iniziative per ristabilire nel minor tempo possibile un clima di lavoro e collaborazione il più sereno possibile, obiettivo che per l’azienda è prioritario».
Sabrina Bartolini, addetta al reparto casse, era in ferie dal 17 al 23 ottobre. Ma il suo piano è stato cambiato dal direttore, a sua insaputa e senza essere avvertita. Così per una settimana nessuno l’ha cercata e nessuno le ha comunicato che doveva andare a sostituire una collega, nel suo periodo indicato di ferie, nel reparto pescheria. Una volta rientrata le è stato comunicato il provvedimento di licenziamento per giusta causa. Da qui il ricorso alla Cgil, a cui è iscritta. «Abbiamo cercato confronti con l’azienda, che non ci sono stati», ha detto Luigi Antonetti, della Filcam. «Così abbiamo presentato il ricorso in tribunale. Dalle testimonianze prodotte è emerso che i colleghi hanno ammesso che la Bartolini era regolarmente in ferie nel periodo indicato. E ci sono gli ordini di servizio».
«Mi amareggia», conclude Trasatti, «però che la Bartolini sia riuscita a usufruire dell’articolo 18. Molti dipendenti nuovi, invece, non possono. Ci stiamo battendo per la reintroduzione di questo diritto fondamentale dei lavoratori».
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