L'Aquila, laurea alla memoria per una ragazza morta in un incidente stradale
L'università ha ricordato Laura Scacchitti, giovane studentessa di fisioterapia. La famiglia istituisce un riconoscimento per studenti meritevoli
L'AQUILA. L'aula 28 della facoltà di medicina è piena di studenti. Attendono di poter avere fra le mani il diploma di laurea in Fisioterapia. Il primo viene consegnato a Laura, una ragazza che non sogna più.
Laura Scacchitti aveva 23 anni. Il 4 ottobre del 2010 la sua vita si è fermata lungo una curva della statale 17 poco prima del bivio per Sassa-Lucoli. Era al volante della sua auto, a fianco a lei la mamma Daniela. E' un attimo. Lo scontro frontale con un furgone che trasporta alcuni operai impegnati nei lavori post sisma è violento. Gli occhioni di Laura si spengono e si spegne una stella terrena che era la gioia e la serenità di una famiglia che da quel momento vive nel dolore, nel ricordo ma anche nella certezza che quella ragazza piena di vita, solare, sempre con il sorriso è, in fondo, sempre lì. Con loro.
Quando è iniziata la cerimonia, su un grande schermo alle spalle del professor Antonio Carolei preside del corso di laurea in Fisioterapia, è apparsa la foto di Laura. Un lungo applauso è partito dagli studenti che affollavano l'aula. Mamma Daniela ha alzato lo sguardo verso la sua ragazza e l'ha salutata con un gesto della mano. Così come avrebbe fatto se la sua bambina fosse stata lì, di persona, a ritirare quel foglio di carta che era il sogno della sua vita e che le avrebbe aperto altri scenari in una esistenza che si annunciava piena di soddisfazioni.
Molti dei giovani che ieri mattina hanno assistito alla consegna della laurea in memoria conoscevano Laura, con lei avevano condiviso lo studio ma anche tanti momenti liberi.
Laura era una ragazza che non si fermava mai. Oltre a frequentare l'università lavorava in un negozio. Aveva le idee chiare sul suo futuro e quel brutto giorno si era offerta di accompagnare la madre: «Tanto che ci vuole» disse «sono dieci minuti» ricorda oggi la mamma che quando parla di lei si sforza di non piangere: un po' ci riesce, un po' no, ma poi l'immagine di quel volto sereno e gioioso che stringe fra le mani le dà la forza per pensare a lei «come se fosse viva e qui con me».
Daniela ricorda ogni particolare di quell'incidente. Lei non ha perso mai conoscenza nonostante le ferite e lo choc. Capì subito che per sua figlia non c'era più nulla da fare: né un grido, né un gemito, né una richiesta di aiuto. Ebbe la forza di chiamare con il telefono cellulare il marito Marcello per dargli la notizia che nessun padre vorrebbe mai sentire.
Di quei momenti la mamma conserva anche qualche amarezza. Quando il datore di lavoro degli operai che erano nel furgone giunse sul posto non degnò di uno sguardo né la ragazza deceduta né la madre ferita. «E' una cosa che mi fa ancora male» dice oggi Daniela «e quel che è peggio è che nemmeno dopo abbiamo ricevuto una telefonata, un telegramma, una lettera, una visita. Nulla di nulla». Oltre al dolore devastante la mamma di Laura ha dovuto sottoporsi a mesi e mesi di cure e solo da poco tempo è riuscita a tornare al lavoro. La famiglia Scacchitti ha deciso di mettere a disposizione un premio in denaro per uno studente meritevole, residente all'Aquila. Ieri il riconoscimento è andato a una ragazza. Per Marcello e Daniela è come aver fatto il regalo di laurea a quella stella che ora brilla nel cielo.
Laura Scacchitti aveva 23 anni. Il 4 ottobre del 2010 la sua vita si è fermata lungo una curva della statale 17 poco prima del bivio per Sassa-Lucoli. Era al volante della sua auto, a fianco a lei la mamma Daniela. E' un attimo. Lo scontro frontale con un furgone che trasporta alcuni operai impegnati nei lavori post sisma è violento. Gli occhioni di Laura si spengono e si spegne una stella terrena che era la gioia e la serenità di una famiglia che da quel momento vive nel dolore, nel ricordo ma anche nella certezza che quella ragazza piena di vita, solare, sempre con il sorriso è, in fondo, sempre lì. Con loro.
Quando è iniziata la cerimonia, su un grande schermo alle spalle del professor Antonio Carolei preside del corso di laurea in Fisioterapia, è apparsa la foto di Laura. Un lungo applauso è partito dagli studenti che affollavano l'aula. Mamma Daniela ha alzato lo sguardo verso la sua ragazza e l'ha salutata con un gesto della mano. Così come avrebbe fatto se la sua bambina fosse stata lì, di persona, a ritirare quel foglio di carta che era il sogno della sua vita e che le avrebbe aperto altri scenari in una esistenza che si annunciava piena di soddisfazioni.
Molti dei giovani che ieri mattina hanno assistito alla consegna della laurea in memoria conoscevano Laura, con lei avevano condiviso lo studio ma anche tanti momenti liberi.
Laura era una ragazza che non si fermava mai. Oltre a frequentare l'università lavorava in un negozio. Aveva le idee chiare sul suo futuro e quel brutto giorno si era offerta di accompagnare la madre: «Tanto che ci vuole» disse «sono dieci minuti» ricorda oggi la mamma che quando parla di lei si sforza di non piangere: un po' ci riesce, un po' no, ma poi l'immagine di quel volto sereno e gioioso che stringe fra le mani le dà la forza per pensare a lei «come se fosse viva e qui con me».
Daniela ricorda ogni particolare di quell'incidente. Lei non ha perso mai conoscenza nonostante le ferite e lo choc. Capì subito che per sua figlia non c'era più nulla da fare: né un grido, né un gemito, né una richiesta di aiuto. Ebbe la forza di chiamare con il telefono cellulare il marito Marcello per dargli la notizia che nessun padre vorrebbe mai sentire.
Di quei momenti la mamma conserva anche qualche amarezza. Quando il datore di lavoro degli operai che erano nel furgone giunse sul posto non degnò di uno sguardo né la ragazza deceduta né la madre ferita. «E' una cosa che mi fa ancora male» dice oggi Daniela «e quel che è peggio è che nemmeno dopo abbiamo ricevuto una telefonata, un telegramma, una lettera, una visita. Nulla di nulla». Oltre al dolore devastante la mamma di Laura ha dovuto sottoporsi a mesi e mesi di cure e solo da poco tempo è riuscita a tornare al lavoro. La famiglia Scacchitti ha deciso di mettere a disposizione un premio in denaro per uno studente meritevole, residente all'Aquila. Ieri il riconoscimento è andato a una ragazza. Per Marcello e Daniela è come aver fatto il regalo di laurea a quella stella che ora brilla nel cielo.
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