L’Aquila, protesta degli inquilini Ater davanti all’Emiciclo
«Non vogliamo lasciare le case in cui viviamo da oltre 20 anni, e poi non abbiamo i soldi per riscattare questi appartamenti», denuncia un altro inquilino, «possibile che debbano rimetterci sempre le fasce più deboli della popolazione?».
L'AQUILA. Sono famiglie che a mala pena arrivano a fine mese, pensionati per lo più, ma anche giovani, inquilini delle case Ater di Pescara arrivati in pullman all'Aquila per urlare tutta la loro disperazione e contrarietà alla riforma delle aziende territoriali per l'ediliza residenziale pubblica, le Ater, per le quali la riforma voluta dall'assessore Donato Di Matteo prevede anche la possibilità di vendere gli appartamenti. «No allo smantellamento dell'edilizia pubblica», «No alle privatizzazioni», «A rimetterci sono sempre i più deboli»: queste le parole affidate agli striscioni esposti davanti alla sede consiliare durante la portesta animata anche dai fischietti.
«Io vivo in un palazzo che all'esterno si trova in condizioni fatiscenti», denuncia un'anziana, «dove da anni si è creato un laghetto malsano che nessuno si preoccupa di bonificare, mentre la manutenzione non la fa nessuno».
«Non vogliamo lasciare le case in cui viviamo da oltre 20 anni, e poi non abbiamo i soldi per riscattare questi appartamenti», denuncia un altro inquilino, «possibile che debbano rimetterci sempre le fasce più deboli della popolazione?».