L'ospedale di Avezzano: diffida Asl ad alcuni dipendenti andati in pensione

AVEZZANO

L’Asl richiede soldi a cento pensionati 

Per l’azienda sono straordinari indebitamente corrisposti quando erano in attività. La Uil: «Transazione scorretta»

AVEZZANO. Una vita di lavoro e sacrifici, con ore e ore di straordinari per guadagnare qualcosa in più, mettendolo da parte per la famiglia. E dopo anni scoprire di dover restituire i soldi. È quanto sta capitando a ex lavoratori Asl, quasi un centinaio, che si sono visti arrivare delle diffide dall’azienda sanitaria. I pensionati, secondo l’Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila devono restituire «somme indebitamente corrisposte ai pubblici dipendenti». Il recupero è scaturito a seguito di un’attività amministrativa di verifica e di controllo. Secondo la Asl, tale attività «non richiede una specifica motivazione, a prescindere dal tempo trascorso». Si parla di «indennità per lavoro straordinario non dovute negli anni pregressi». L’azienda diffida quindi «a mettersi in regola e a restituire queste somme riferite agli anni in cui hanno svolto il servizio». In sostanza, questi ex dipendenti, per effetto dell’incarico ricevuto, non potevano fare lavoro straordinario perché nel loro compenso era già previsto tutto. E dovranno restituire i soldi, migliaia di euro in più casi.
Non la pensano così i sindacalisti, che promettono battaglia.
«Questo tipo di incarico straordinario», affermano Antonio Ginnetti e Pino De Angelis della Uil Fpl, «non è stato né revocato né sospeso. E quindi molti dipendenti avevano fatto delle prestazioni straordinarie. Oggi è stata fatta una transazione per pagare quella posizione organizzativa mai sospesa ma la Asl sta procedendo al recupero anche di vecchie somme. A nostro avviso la transazione non è corretta, perché l’azienda sostiene che il lavoratore non potrà avanzare più pretese, mentre dall’altra parte la Asl potrà comunque fare una rivalsa».
Nella vicenda, che riguarda la richiesta di restituzione di soldi alla Asl, sono finiti anche altri lavoratori che avevano percepito degli incentivi o dei premi. Pensionati dell’Asl 1 che vanno ad aggiungersi agli altri lavoratori “in debito” con l’Asl. In particolare, l’altra tipologia riguarda il recupero di straordinari per prestazioni forfettarie non quantificate, come ad esempio il pagamento di produttività. Soldi che venivano pagati tramite acconti. L’Asl sarebbe arrivata a determinare il saldo di quegli incentivi ai lavoratori e alcuni di loro, invece di dover avere la differenza, si sono ritrovati a dover restituire i soldi. Alcuni ex dipendenti Asl si sono già rivolti a degli avvocati. Infatti, quando si sono visti recapitare a casa la lettera con la richiesta di denaro sono sobbalzati sulla sedia. Un vero fulmine a ciel sereno per tante persone che si trovano in difficoltà e che non hanno liquidità da restituire all’azienda per la quale hanno lavorato tanti anni. Molti di loro, a detta dei sindacati, sta pensando di avviare una class action per tentare di bloccare questa richiesta dell’Ente pubblico.
I lavoratori e anche i sindacati contestano il fatto che queste attività straordinarie non siano mai state sospese oppure revocate.
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