L’immigrato: «Non ho picchiato l’autista Mi sono difeso»
AVEZZANO. «Mi sono soltanto difeso, volevo timbrare, ma mi è stato impedito dall’autista». A parlare è il marocchino accusato di avere picchiato Cesidio Danese, in servizio sulla linea Tua (ex Arpa)...
AVEZZANO. «Mi sono soltanto difeso, volevo timbrare, ma mi è stato impedito dall’autista». A parlare è il marocchino accusato di avere picchiato Cesidio Danese, in servizio sulla linea Tua (ex Arpa) Villavallelonga-Avezzano. Lo straniero, Abdelkarim El Mannani, 25 anni, che era con il fratello di 15, è stato denunciato dai carabinieri con l’accusa di lesioni. L’autista è stato ricoverato ad Avezzano e poi trasferito al maxillo-facciale dell’Aquila per un intervento. Ma la versione dello straniero si oppone all’ipotesi dell’aggressione. «L’autista è venuto e ci ha chiesto il biglietto», racconta il marocchino. «Ho detto di calmarsi, perché so come funziona: quindi ho preso il biglietto in tasca per andare a timbrarlo. Lui mi ha risposto: tanto lo so che viaggiate senza biglietto. Mentre cacciavo il mio biglietto e quello di mio fratello dalla tasca si è messo davanti a me per impedirmi di arrivare alla macchinetta obliteratrice. Mi ha messo le mani addosso per impedirmi il passaggio. A quel punto, però, non ho pensato più a timbrare, ma ho pensato a difendermi. Quando è arrivato mio fratello», continua il 25enne, «ha visto il casino. Chiedeva: che è successo? E si è messo in mezzo per difendermi. Quando l’autista ha visto che stavamo andando via ha cominciato a dire: chiamate qualcuno, chiamate qualcuno. Poi ha preso mio fratello, così sono tornato a difenderlo. C’erano tante persone che hanno assistito alla vicenda, il bus era pieno. Spero che le testimonianze valgano per tutti», conclude El Mannani, «anche se da queste parti c’è sempre aria di razzismo». (p.g.)
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