L’omaggio della municipalità
Le chiavi della città, il dono del sindaco Cialente
L’AQUILA. Il sindaco Massimo Cialente aspetta il nuovo arcivescovo metropolita davanti alla basilica di Collemaggio. Sono tutte lì le autorità, perfettamente schierate: il presidente della Provincia...
L’AQUILA. Il sindaco Massimo Cialente aspetta il nuovo arcivescovo metropolita davanti alla basilica di Collemaggio. Sono tutte lì le autorità, perfettamente schierate: il presidente della Provincia Antonio Del Corvo, il prefetto Francesco Alecci, l’ex sottosegretario della presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Nessuno di loro, tranne quest’ultimo, ha ancora conosciuto monsignor Giuseppe Petrocchi. A dare il benvenuto al nuovo arcivescovo fermo di fronte a loro è il primo cittadino, fascia al collo e in mano la «chiave dei cuori», come definisce la chiave della città, «l’unico dono che come sindaco del capoluogo ferito mi sento di fare». Un discorso breve quello con cui Cialente dà il benvenuto a monsignor Petrocchi, nel quale però tocca tutti i temi che fotografano il presente ancora drammatico dell’Aquila. «In un momento così difficile è la Provvidenza che ha deciso di mandarla qui», dice, lasciandosi scappare un lapsus quando ricorda la data del terremoto: il 9 e non il 6 aprile 2009. «Subito dopo il sisma, accanto al dolore, c’era anche un forte sentimento di speranza», continua. «Speranza che ora si sta affievolendo, perché vediamo una città che non riparte. Il suo gregge, monsignore, è disperso e spaventato, a causa della povertà improvvisa, della disoccupazione, della crisi sociale».
E allora serve un dono che simboleggi il nuovo legame tra la comunità e il nuovo arcivescovo: «Una chiave dei cuori che, se si fanno convergere verso lo stesso obiettivo, sarà anche la chiave di una città rinnovata». Un “benvenuto” carico di sentimento.
Per parlare dei problemi di una comunità allo stremo delle forze ci sarà tempo oggi, quando Cialente e Petrocchi si incontreranno in privato.
Marianna Gianforte
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