Lei lo lascia, lui si vendica e diffonde foto e video intimi
Disposto il rito abbreviato, ma va accertata prima la capacità d’intendere e di volere dell’imputato. Il 49enne ha diffuso attraverso Whatsapp immagini intime della donna che lo aveva lasciato
SULMONA. Si vendica per la fine della storia sentimentale e manda le foto intime della sua ex compagna agli amici. Dovrà rispondere del reato di diffusione illecita di materiale a contenuto sessualmente esplicito un 49enne di Roma, finito davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli. L’uomo sarà processato con rito abbreviato ma sarà prima sottoposto a una perizia psichiatrica come richiesto dal suo avvocato Riccardo Maltzef del foro di Roma.
Il 49enne, per il quale il pm Stefano Iafolla, aveva chiesto il rinvio a giudizio, è accusato di revenge porn, ovvero la pornografia della vendetta, quella pratica di «pubblicare materiale imbarazzante, senza il consenso della persona ritratta». La vicenda risale al 31 maggio 2022, data in cui i due si erano lasciati. Per vendicarsi della fine della relazione, stando almeno agli atti d’indagine, il 49enne «aveva inoltrato su Whatsapp a due amici della sua ex compagna, alcune immagini intime, che aveva ricevuto sul suo telefono cellulare dalla persona offesa, ma che dovevano rimanere private».
Ad allertare la 30enne era stati proprio quegli amici che si erano visti arrivare sulla chat di Whatsapp un paio di filmati e decine di foto osé che la donna aveva inviato al 49enne. A quel punto la vittima si era rivolta al commissariato di Sulmona. Da qui il sequestro del cellulare del 49enne, per analizzare tutto il materiale, recuperando foto e video incriminate. Ne è scaturita una doppia indagine: una aperta dalla Procura di Velletri, dove la coppia aveva vissuto per un periodo, e l’altra a Sulmona. La polizia aveva sentito anche le due persone che avevano ricevuto il materiale.
Così l’altro giorno il 49enne è finito davanti al gup che ha aggiornato l’udienza al12 febbraio quando sarà nominato un perito per accertare la sua capacità d’intendere e volere al momento del fatto. La 30enne, assistita dall’avvocato Maria Grazia Lepore, si è costituita parte civile. In caso di condanna, il 49enne rischia la reclusione da uno a 6 anni, oltre a una pesante multa.