Liceo musicale, a 15 anni dal sisma ancora tanti disagi per gli studenti
Il Musp in via Ficara presenta guai sempre più evidenti nonostante la Provincia corra spesso ai ripari Riscontrati problemi anche all’esterno dove mancano illuminazione e dissuasori di velocità per le auto
L’AQUILA. Termosifoni rotti, temperature in picchiata, pavimenti dei corridoi rialzati, infiltrazioni da soffitti e finestre.
Il tutto, nonostante i tanti interventi da parte dei tecnici della Provincia, oggi stesso attesi per un nuovo sopralluogo sugli impianti di riscaldamento, l’ennesimo.
Il Musp (modulo a uso scolastico provvisorio) in via Ficara, ospita le aule – oltre che gli alunni, gli insegnanti e i collaboratori scolastici – del Liceo musicale del capoluogo, un’eccellenza in fatto di didattica ed educazione musicale dei suoi iscritti, alcuni provenienti anche da fuori città pur di formarsi sotto la supervisione di docenti dal curriculum in qualche caso di rango internazionale.
Così, in attesa di recuperare lo stabile in centro (accanto a quello dell’ex biblioteca provinciale) – storica sede del Convitto nazionale e a tutt’oggi oggetto di lavori di ricostruzione –, quella che doveva essere una super sede provvisoria capace di far fronte all’emergenza scolastica nell’immediato post-terremoto, a quindici anni di distanza presenta il conto sotto forma di una serie di criticità non più rimediabili mettendoci la classica “pezza”.
Fuori, poi, la situazione non sembra migliore. A cominciare dai cancelli dell’istituto, rotti e lasciati aperti anche di notte. Per non parlare della stessa via Ficara, priva d’illuminazione e dissuasori di velocità, con gli studenti destinatari degli alloggi in convitto, e non solo, a rischio investimento, data anche la prossimità con la trafficata strada statale 80, come purtroppo già accaduto in più occasioni in passato.
Un problema che assume contorni ancor più urgenti considerando che, accanto all’attuale Liceo musicale, c’è anche una scuola materna.
La dirigente scolastica, Serenella Ottaviano, in un’intervista televisiva rilasciata qualche mese, aveva infatti già denunciato pubblicamente l’attuale stato di cose, confidando, al tempo stesso, di poter rientrare presto nella sede in centro storico.
Un traguardo, questo sì, capace di fare in modo che la qualità del contenitore pareggi finalmente i conti con quella del contenuto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il tutto, nonostante i tanti interventi da parte dei tecnici della Provincia, oggi stesso attesi per un nuovo sopralluogo sugli impianti di riscaldamento, l’ennesimo.
Il Musp (modulo a uso scolastico provvisorio) in via Ficara, ospita le aule – oltre che gli alunni, gli insegnanti e i collaboratori scolastici – del Liceo musicale del capoluogo, un’eccellenza in fatto di didattica ed educazione musicale dei suoi iscritti, alcuni provenienti anche da fuori città pur di formarsi sotto la supervisione di docenti dal curriculum in qualche caso di rango internazionale.
Così, in attesa di recuperare lo stabile in centro (accanto a quello dell’ex biblioteca provinciale) – storica sede del Convitto nazionale e a tutt’oggi oggetto di lavori di ricostruzione –, quella che doveva essere una super sede provvisoria capace di far fronte all’emergenza scolastica nell’immediato post-terremoto, a quindici anni di distanza presenta il conto sotto forma di una serie di criticità non più rimediabili mettendoci la classica “pezza”.
Fuori, poi, la situazione non sembra migliore. A cominciare dai cancelli dell’istituto, rotti e lasciati aperti anche di notte. Per non parlare della stessa via Ficara, priva d’illuminazione e dissuasori di velocità, con gli studenti destinatari degli alloggi in convitto, e non solo, a rischio investimento, data anche la prossimità con la trafficata strada statale 80, come purtroppo già accaduto in più occasioni in passato.
Un problema che assume contorni ancor più urgenti considerando che, accanto all’attuale Liceo musicale, c’è anche una scuola materna.
La dirigente scolastica, Serenella Ottaviano, in un’intervista televisiva rilasciata qualche mese, aveva infatti già denunciato pubblicamente l’attuale stato di cose, confidando, al tempo stesso, di poter rientrare presto nella sede in centro storico.
Un traguardo, questo sì, capace di fare in modo che la qualità del contenitore pareggi finalmente i conti con quella del contenuto.
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