Lolli: pronti a chiudere i rubinetti alla Santa Croce
Secondo il vicepresidente della Regione l’azienda non sarebbe in regola Se non si trova una soluzione entro poche ore verranno messi i sigilli all’azienda
CANISTRO. La Regione è pronta a chiudere i rubinetti alla Santa Croce di Canistro.
Dopo il mancato rinnovo della concessione per l’utilizzo delle acque – secondo Palazzo Silone a causa della documentazione irregolare presentata dalla società che fa capo a Camillo Colella – se non si risolverà la questione nelle prossime ore gli agenti della Forestale sono stati incaricati di mettere i sigilli nello stabilimento che imbottiglia l’acqua. Si preannuncia un altro braccio di ferro. La notizia, trapelata qualche giorno fa dopo che è saltato il tavolo tra Regione, azienda e parti sociali, aveva mandato su tutte le furie Colella. L’azienda, in un documento, si era affrettata ad assicurare che la situazione non era drammatica e soprattutto che i lavoratori avrebbero avuto una copertura economica fino al 2016 grazie ai contratti di solidarietà. Certezze che però non hanno trovato conferma nelle parole dei rappresentanti dei sindacati e delle istituzioni.
«Non c’è il Durc (Documento unico di contabilità contributiva, ndc) in regola e quindi la concessione non è valida», afferma il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli. «Colella ha sempre rifiutato accordi. Abbiamo provato a sbloccare la trattativa, ma niente. Dobbiamo seguire la legge. Siamo ancora speranzosi. Se non sarà così dovremo chiudere i rubinetti. È la legge che lo prevede».
«Siamo arrivati a questo punto perché non c’erano le carte in regola per andare avanti con la concessione e di conseguenza si è deciso di rimuoverla», ha commentato il sottosegretario alla Regione con delega all’Ambiente Mario Mazzocca. «Ancora non sappiamo quale sarà il passo successivo. Stiamo valutando cosa fare perché non si può rimanere in questo stato. Ci sono tante aspettative da parte delle famiglie dei lavoratori e di un’intera comunità e per questo bisogna trovare una soluzione».
Ma cosa si prospetta per il futuro dell’azienda? «Sfruttando la legge avevamo cercato un dialogo con Comune, azienda e parti sociali», ha continuato Mazzocca, «ma abbiamo individuato subito una certa farraginosità da parte della società. Nonostante ciò siamo andati avanti, ma poi siamo stati costretti a scegliere questa strada e stiamo già lavorando per trovare delle valide soluzioni per il futuro dei lavoratori».
Il marchio Santa Croce è conosciuto in tutta Italia e l’eventuale chiusura dell’azienda rappresenterebbe un duro colpo per l’economia di Canistro e della Valle Roveto. I 75 dipendenti del sito hanno contratti di solidarietà e li avranno anche per il 2016. (e.b.)
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