TRAGEDIA NELL'ALTO ATERNO
Madre morta nello scontro frontale, l’indagato rischia 12 anni
Slitta la convalida dell’arresto dello studente di Ingegneria accusato dell’omicidio stradale della giovane infermiera
L’AQUILA. Rischia fino a 12 anni di carcere lo studente universitario Mario Marini, originario di Montereale, ma residente a Cagnano Amiterno, in seguito all’incidente nel quale ha perso la vita la 32enne Serena Durastante, madre di due figli, che andava al lavoro. Fissati i funerali: domani, 17 aprile, alle 15.30 a Cesaproba.
OMICIDIO STRADALE. La dura sanzione è contemplata nell’articolo 589 bis, ovvero l’omicidio stradale, che ha inasprito le pene per chi, in seguito a incidenti stradali, causa vittime. Le pene sono aumentate qualora il conducente si sia messo alla guida in stato di ebbrezza come, in questo caso, sembra essere stato provato dopo l’alcoltest. E, se il reato non verrà derubricato, questo sarà il primo caso all’Aquila nel quale viene contestata la nuova legge. Una norma scaturita da una protesta corale delle associazione delle vittime di incidenti stradali in seguito a condanne relativamente miti per chi causa tragedie di questa portata. Ma la legge prevede anche la sospensione immediata della patente con la revoca. Alla fine il giovane, se le accuse resteranno queste, potrà riavere la patente solo tra 15 anni. Che sarebbero stati 30 qualora il sospettato si fosse dato alla fuga.
LE INDAGINI. Dagli accertamenti, affidati ai carabinieri dell’Aquila, coordinati dal maggiore Luigi Balestra, la Ford Fiesta grigia guidata dall’infermiera procedeva intorno alle 5,30 verso L’Aquila, mentre la Ford Ka bianca dell’uomo viaggiava in direzione Montereale. L’ipotesi privilegiata è quella secondo la quale l’auto del ragazzo abbia invaso l’altra corsia. Per le conseguenze del tremendo schianto la donna, che andava al lavoro, ha perso la vita sul colpo. Inutile ogni tentativo di soccorso. L’altro conducente è ferito con lievi lesioni ed è stato accompagnato in ospedale. Al momento il giovane, che tornava a casa dopo una festa a Pizzoli, è ancora piantonato al San Salvatore. La convalida del fermo di polizia giudiziaria doveva tenersi oggi davanti al gip del tribunale ma, molto probabilmente, slitterà in attesa che l’accusato, assistito dagli avvocati Antonio e Francesco Valentini, venga dimesso dall’ospedale “San Salvatore”. Nella giornata di ieri è stata fatta l’autopsia i cui esiti esatti si conosceranno solo tra un paio di mesi. La difesa, ovviamente, sta studiando le carte nel tentativo di smussare alcuni aspetti della dinamica su cui poggia l’accusa. «Il giovane non è un alcolista», aveva fatto trapelare la precedente difesa, ma questo conta poco rispetto a quanto gli viene contestato.
FACEBOOK. Il popolo di Facebook piange questa giovane vita spezzata ma, a fronte del cordoglio, ci sono anche tante invettive rivolte all’accusato.
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