Malori tra fedeli e sacerdoti per il gran caldo

SULMONA. Le spoglie di Celestino V tolte dall'altare, per pochi minuti, e spostate in un luogo più fresco per proteggerle dal sole. Il gran caldo non scoraggia i pellegrini che aspettano l'arrivo di Benedetto XVI. Nelle ore di punta, si raggiungono i 38 gradi centigradi. Una decina di sacerdoti e una quindicina di fedeli accusano i sintomi del colpo di calore. In piazza Garibaldi, le bottiglie d'acqua, distribuite dalla Protezione civile, vanno a ruba. Il caldo comincia a farsi sentire dalle prime ore del mattino. Lo staff medico, guidato dal primario di rianimazione dell'ospedale cittadino, Gianvincenzo D'Andrea, assiste, nella tenda della Croce Rossa dietro al palco del Papa, una decina di sacerdoti e una quindicina di fedeli. Nessuno accusa sintomi gravi. Presenti in piazza anche gli specialisti del Pea (Psicologia dell'emergenza Abruzzo): Monica Isabella Ventura, Nicoletta Romanelli, Doris Berardinucci, Blaise Kimbwasa, Domenica Canna, Franca Nobile, Jean-Pierre Colella. «Fa davvero caldo» dice Pasquale Rucci della Croce Rossa di Castel di Sangro prima dell'inizio della funzione «speriamo che l'acqua basti per tutti». Centinaia, al termine della messa, le bottigliette vuote lasciate in piazza. Sotto il sole anche il nuovo gonfalone del Comune, scortato dai vigili urbani Nicola Di Flavio e Paolo Alessandroni. I PELLEGRINI. Con ombrelli, cappellini e bottiglie d'acqua per proteggersi dal sole, i pellegrini attendono l'arrivo del Papa. In piazza anche le suore messicane di Castel del Monte, i Cavalieri del santo Sepolcro del Molise, la comunità di Bojano che ha reso omaggio al vescovo Angelo Spina, molisano. «Sono venuta volentieri, nonostante l'afa» racconta Filippina Di Girolamo di Pescara, «ho lavorato a Sulmona e conosco la devozione dei suoi abitanti». Per proteggersi dal sole, anche le autorità hanno chiesto gli ombrellini. «E' una grande festa per la diocesi» interviene Rosella Valentini di Roccaraso «e ringraziamo il vescovo Spina». Ma il caldo scoraggia un po' i pellegrini provenienti dalle altre diocesi (Avezzano, L'Aquila, Teramo, Pescara, Chieti, Lanciano, Termoli, Campobasso, Trivento, Isernia) che avevano a disposizione 1600 pass. Alcuni posti restano vuoti. Martha McFarly, invece, arriva da Liverpool con il marito per un viaggio in Italia. «Abbiamo deciso di venire a Sulmona per vedere il Papa» racconta «perché, lo scorso anno, siamo stati molto colpiti e dispiaciuti per il terremoto dell'Aquila». I CARTELLONI. Tra la folla spuntano due cartelloni: «Viva i sordi di Sulmona» e «Il cielo e la terra passeranno, le tue parole non passeranno», quest'ultimo esposto dai Neocatecumenali dell'Aquila. I PETALI DI ROSA. La fioraia venezuelana Angela Berarducci, che vive in città da dieci anni, lancia petali di rosa bianchi e gialli quando il Pontefice attraversa corso Ovidio per andare in piazza Garibaldi. «E' il secondo papa che vedo da vicino» spiega emozionata «Giovanni Paolo II lo vidi durante un suo viaggio in Venezuela». Il negozio di fiori è lungo la zona sud di corso Ovidio. Qui i commercianti chiedono la sistemazione della statua di Celestino V. A questo scopo è stato costituito un comitato nei mesi scorsi, «Torna a Sulmona, Celestino». IL SALUTO MUSULMANO. A un tratto, in via Barbato, a due passi da corso Ovidio, compare un grande cartellone giallo con la foto del Papa e la scritta in arabo e italiano «Benvenuto Benedetto XVI». A esporlo, fuori dal suo negozio di tappeti persiani, è Hassan Yazdani, iraniano, da 35 anni in Italia. «Culturalmente la mia formazione è islamica: sono un musulmano» precisa «ma da 35 anni vivo in Italia e ho grande rispetto per il Papa e la cultura cristiana». «SCARPETTA D'ORO». Aperto il negozio di calzature che si affaccia su piazza Garibaldi per assistere alla celebrazione eucaristica da una posizione privilegiata. Il negozio funge da punto di riferimento per amici, ma anche per gente di passaggio stravolta dal caldo. Del resto, «Scarpetta d'oro» ne ha vista tanta di gente di passare durante questi sessant'anni di attività. «Siamo contenti per questa giornata», commenta Giuseppe Sarra che ha sposato la figlia della titolare, «anche se preferiremmo che in questo periodo delicato si pensasse un po' meno a fare passerelle e si pensasse di più a temi importanti come la disoccupazione, le difficoltà di ripresa del cratere e soprattutto la prevenzione sismica». Una valutazione quella del signor Sarra che arriva alla luce del rischio paventato da alcuni geologi che il fenomeno sismico si ripeta con forte intensità nella Valle Peligna. «Viviamo in una situazione complicata», spiega, «in cui la ricostruzione stenta a ripartire e qui si pensa a distrarre energie e risorse ai fondi post-sisma sono già pochi. Rispetto alla costa», prosegue, «il nostro entroterra viaggia ad una velocità completamente diversa e l'economia è ingessata. Mi auguro comunque», conclude Sarra, «che la visita del pontefice rappresenti in ogni caso un segnale di speranza per questa comunità».
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