Mancato allarme, i pm tirano le somme

17 Dicembre 2009

Terminate le acquisizioni degli atti e gli interrogatori dei firmatari dell’esposto.

L’AQUILA. La verità sulle rassicurazioni della commissione grandi rischi arriverà subito dopo Natale. E’ quanto trapela dopo che sono praticamente concluse le acquisizioni degli atti e le testimonianze da parte della polizia giudiziaria. Secondo quanto si è appreso nel mirino non ci sarebbe tanto il verbale della commissione quanto le dichiarazioni fatte alla stampa da più persone dopo la riunione del 30 marzo quando si assicurò che non esistevano pericoli. Infatti il verbale, che tra l’altro era stato acquisito dagli investigatori tramite Internet essendo di pubblico dominio, prima ancora che la denuncia fosse stata presentata, è caratterizzato da alcuni passaggi nei quali si fanno effettivamente ipotesi non allarmistiche ma si sostiene anche che tutto può succedere. «Improbabile che ci sia una scossa forte come quella del 1703» si legge in un passo della relazione, «pur se non si può escludere in maniera assoluta».

La stessa commissione Grandi Rischi fa anche delle osservazioni molto sensate come ribadire il concetto che «l’unica reale difesa contro il terremoto consiste nel rafforzare le costruzioni e migliorare la loro capacità di resistere». Venne ribadito, sempre nell’ambito del verbale della commissione in relazione al significato delle tante scosse di bassa intensità registrate fino ad allora, che la casistica è molto limitata visto che in passato non venivano registrate. Per cui tirare la somme e individuare quello sciame sismiche come precursore della tragedia, non era facile. Ecco, pertanto, che l’inchiesta mira soprattutto, almeno per ora, a porre l’attenzione sulle dichiarazioni che in più occasioni, e non solo dopo la riunione, sono state rilasciate dicendo che i rischi di una catastrofe erano davvero scarsi.

Anche se poi avvenne il contrario. Per questa ragione gli investigatori hanno acquisito un buon numero di articoli usciti dalla fine di marzo al giorno precedente alla tragedia del 6 aprile oltre a quelli che sono stati portati dai sottoscrittori della denuncia. Completata anche l’acquisizione dei filmati televisivi comprese le trasmissioni della Rai sul sisma dell’Aquila e una lettera di Guido Bertolaso scritta a un genitore che aveva perso il figlio per un crollo in via D’Annunzio. La parte di maggior interesse è quella nella quale Bertolaso dice che «i morti dell’Aquila potevano non esserci soprattutto tra i più giovani».

Una frase certamente da interpretare ma anche molto importante sotto il profilo probatorio anche perchè pronunciata da un pubblico ufficiale. Una frase che indusse anche il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro a far segnalare la cosa alla polizia giudiziaria. Visto che sono stati ascoltati tutti i firmatari della denuncia, presentata dall’avvocato Antonio Valentini ai pm Alfredo Rossini e Fabio Picuti, e anche altri che si erano accodati, tutte persone che hanno avuto morti tra amici e parenti, i prossimi ad essere ascoltati potrebbero, per l’appunto, gli ipotetici indagati.