SULMONA
Marelli, proteste per il caldo in fabbrica
L’azienda corre ai ripari: in settimana saranno montate quattro pale di ventilazione e tende per oscurare le finestre
SULMONA. La calura di questi giorni riaccende la tensione nello stabilimento della Magneti Marelli. Nel senso che si registrano temperature molto alte in fabbrica e i lavoratori hanno presentato le loro rimostranze. Le lamentele sono state raccolte dalla Fiom - Cgil che minaccia lo sciopero. «Le temperature sono insostenibili», protestano i rappresenta sindacali dei lavoratori, «il tutto dovuto al non funzionamento dell’impianto di raffreddamento, ai portoni rotti e alle finestre completamente aperte in tutto lo stabilimento». Da qui è partito l’avvertimento ai vertici della Magneti Marelli con la Fiom pronta allo sciopero. La risposta dell’azienda, però, non si è fatta attendere e la calma è tornato nello stabilimento. In particolare nel comparto Ute D, nei pressi del cataforesi (il macchinario per la verniciatura anti corrosione delle componenti in acciaio e ferro) e della serra. In settimana saranno montate quattro pale di ventilazione nella serra, mentre in alcune zone (cataforesi) verranno posizionate delle tendine ignifughe sulle finestre per evitare l’ingresso del sole nelle ore pomeridiane. Accorgimenti che hanno spinto i delegati della Fiom - Cgil a deporre l'ascia di guerra e a cancellare lo sciopero. «Credendo che in questo modo la situazione possa migliorare», conclude Alfredo Fegatelli della Fiom Cgil ,«saremo sempre vigili nel salvaguardare le condizioni degli operai in particolare in questo periodo di forte caldo». Nei giorni scorsi la tensione era tornata a salire a causa di un infortunio non grave accaduto a un lavoratore. Il clima all'interno della Magneti Marelli, dunque, resta caldo in tutti i sensi, dopo i recenti scioperi contro i turni giudicati pesanti alla Sevel, che riceve i pezzi e i componenti realizzati dalle tute blu dello stabilimento sulmonese. La fabbrica resta la più grande del territorio coi suoi 636 dipendenti e l'importante indotto che vi ruota attorno. Altri 60 lavoratori saranno assunti a tempo determinato per stare al passo col protocollo d'intesa siglato da il Ministero dello Sviluppo Economico, le Regioni Piemonte, Campania e Abruzzo e la Provincia Autonoma di Trento con Fca (ex Fiat) e Centro Ricerche Fiat. Il protocollo prevede un investimento in ricerca e sviluppo di oltre 150 milioni di euro. La necessità è di adeguare le linee di produzione alle richieste del mercato che dal 2020 prevedono un aumento dei motori ibridi o elettrici.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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