il caso alla rianimazione covid
Morta in Terapia intensiva: al via il processo all’infermiere
L’AQUILA. Parte il processo per la tragedia della Rianimazione Covid dell’ospedale del 3 novembre 2020, quando si bloccò la porta d’ingresso e perse la vita una paziente di 64 anni che aveva avuto...
L’AQUILA. Parte il processo per la tragedia della Rianimazione Covid dell’ospedale del 3 novembre 2020, quando si bloccò la porta d’ingresso e perse la vita una paziente di 64 anni che aveva avuto una crisi respiratoria. Domani l’udienza dibattimentale. Imputato, per omicidio colposo, l’infermiere di Introdacqua Pietro Ciamacco. Al processo prendono parte anche i figli della donna, costituiti parte civile chiedendo quasi 700mila euro di risarcimento danni all’infermiere. A rappresentarli, c’è l’avvocato Carlotta Ludovici, che in una nota segnala come «a supporto della tesi accusatoria vi è la perizia redatta dal collegio medico peritale incaricato dalla Procura, composto da 2 medici specializzati di Roma che saranno chiamati a illustrare l’elaborato, i quali hanno affermato con assoluta certezza che il decesso della paziente poteva essere evitato mediante l’intervento entro 3-5 minuti di un anestesista-rianimatore che avrebbe riposizionato correttamente la cannula tracheale e/o avrebbe intubato la paziente. Gli stessi hanno affermato che la chiusura della porta e la sua apertura dopo un periodo (circa 15 minuti) troppo prolungato hanno causato la morte». L’avvocato dell’infermiere, Alessandro Scelli, ha più volte difeso l’operatore. Costretto a uscire per chiamare il medico, non poteva immaginare il malfunzionamento della porta.