AVEZZANO

Morte della piccola Alessia: «Altalena abusiva e nel degrado»

Ricostruito quanto accaduto nell’agosto di un anno fa nell’oratorio di San Pelino: «Responsabilità del parroco». C’erano state segnalazioni dei residenti, inascoltate

AVEZZANO. Arriva una prima svolta nell’inchiesta sulla tragica fine di Alessia Prendi, 11 anni, morta il 31 agosto 2022 dopo essere stata travolta da un’altalena «non a norma» e «priva di manutenzione». Una tragedia che poteva essere evitata, anche alla luce delle segnalazioni dei residenti che avevano denunciato «il degrado del parco giochi». È ciò che emerge dalla superperizia tecnica depositata in Procura ad Avezzano dal geometra Cristiano Ruggeri, lo stesso che all’Aquila si è occupato della morte del piccolo Tommaso D’Agostino investito da un’auto nel parco dell’asilo Primo Maggio. Ruggeri è stato incaricato dal procuratore Maurizio Maria Cerrato e dopo oltre un anno ha ultimato il lavoro. Nelle 41 pagine corredate da documentazione fotografica ci sono ricostruzioni dettagliate, analisi dei materiali sequestrati sul luogo dell’incidente e approfondimenti tecnico-legali.

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COS’È ACCADUTO La tragedia è avvenuta il 31 agosto 2022. La piccola Alessia, di appena 11 anni, è stata travolta da una trave di legno mentre giocava con l’altalena nell’oratorio parrocchiale di San Pelino, assieme a un altro bambino. Sul registro degli indagati sono finiti i nomi di tre persone. Si tratta del vicesindaco di Avezzano, Domenico Di Berardino, che al tempo svolgeva le funzioni di sindaco, del dirigente comunale Antonio Ferretti e del parroco della frazione, don Antonio Allegritti. Devono rispondere di omicidio colposo, con accuse tutte ancora da dimostrare.

I CONSULENTI NOMINATI Il 18 ottobre 2022 era stato eseguito un sopralluogo tecnico da cui è scaturita la perizia depositata in Procura. Oltre a Ruggeri, il pm Cerrato ha incaricato degli accertamenti anche il tecnico agronomo Nicola Ranalli. Le consulenze di parte sono state affidate invece ai professori Gianfranco Totani e Maurizio Forlesa, incaricati dall’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri, difensore del parroco, e all’ingegnere Maurizio Lucci, nominato consulente tecnico dagli avvocati Herbert Simone e Chiara Tozzoli, che assistono la famiglia della vittima. Il Comune ha deciso di non affidarsi a propri consulenti mentre Di Berardino e Ferretti sono difesi dall’avvocato Alessandra Sucapane.

UN TRAGICO DESTINO Secondo la perizia eseguita dal Ctu Ruggeri, il 31 agosto 2022, intorno alle 18, «all’interno dell’oratorio, la cui apertura avviene in orario pomeridiano, dalle 16 alle 19.30, si stavano svolgendo attività ricreative per minori, tra cui l’utilizzo dell’altalena nell’area erbosa interna». Erano presenti due bambini di 11 e 12 anni, tra cui la vittima, Alessia Prendi, che si arrampicavano sulle corde pendenti dell’altalena. «All’improvviso, nell’udire alcuni scricchiolii del legno della struttura», spiega il Ctu, «l’altro bambino gridava di scappare. Mentre il bambino si muoveva verso nord, la piccola Alessia, si muoveva dalla parte opposta, non accorgendosi del precipitare della struttura, che la colpiva sulla testa».

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LA ROTTURA DEI TRONCHI L’evento in analisi riguarda «il cedimento dei punti d’appoggio della struttura». Gli elementi verticali, erano composti da tronchi di piante. Il peso complessivo della struttura lignea era, secondo la perizia, di 355 chilogrammi. Dalle analisi del perito, «si deduce che il cedimento, rispetto e diversamente dallo stato originario della pianta, sia stato un evento riconducibile al degrado del materiale ligneo, elemento questo di specifica valutazione del co-consulente». Il riferimento è al perito Nicola Ranalli che ha svolto uno studio riguardo allo stato dei tronchi che hanno ceduto e che ha analizzato i reperti sequestrati. Secondo Ranalli «dagli strumenti messi a conoscenza allo scrivente e dalle indagini eseguite in loco si può affermare, con indubbia certezza, che l’attività fisiologica dei due tronchi di pino allo stato attuale è certamente compromessa. Si deduce in conclusione, sulla base delle considerazioni esposte nella relazione, che l’attività fisiologica delle piante analizzate è stata compromessa dall’azione drastica del taglio della chioma e che già da diversi mesi (sicuramente più di due anni) la pianta risultava morta in piedi». Secondo il consulente, tutti i campioni osservati, tranne quelli sulla sommità del tronco, «risultano essere severamente attaccati da carie bruna e di non possedere alcuna resistenza meccanica». Per il consulente «sono così degradati da sbriciolarsi tra le mani».

SI POTEVA EVITARE? Stando al consulente della Procura, l’altalena era stata «realizzata artigianalmente, senza quindi una fase progettuale conforme alle normative sulla Sicurezza dell’attrezzatura per aree da gioco pubbliche». «Questo elemento», si afferma nella relazione, «costituisce l’evitabilità originaria, dove il criterio progettuale della norma avrebbe impedito il crollo della semplice struttura». «Ma anche la manutenzione successiva», continua il consulente, «nell’ottica dei criteri di generica cautela è richiamabile nella fase di ripristino dell’area notoriamente in stato di abbandono come aveva riportato in un articolo la stampa locale, avrebbe consentito nell’obbligo di vigilanza del soggetto garante e della sicurezza dei luoghi rispetto agli utenti, per altro minori». Secondo la perizia, «la responsabilità della posizione di garanzia ricade sul parroco (eventualmente l’amministrazione tenuta della struttura di proprietà comunale) per i pericoli occorrenti nelle strutture oratoriali stante la fornitura dei dispositivi a uso ludico ad esso/essi riconducibili». Ora il procuratore Cerrato prenderà in esame tutta la voluminosa documentazione agli atti per fare valutazioni sulle eventuali responsabilità. E chiudere l’inchiesta.