Morte in campo, danni per due milioni

23 Giugno 2016

È la richiesta degli eredi di Tofani a Figc, Lega dilettanti e Associazione amatori Aielli: il certificato medico era falso

CERCHIO. Per la morte di Pino Tofani, il 53enne ucciso da un infarto su un campo di calcio, la famiglia ha chiesto due milioni di risarcimento danni alla Figc, alla Lega nazionale dilettanti e all’Associazione amatori Aielli. La causa civile è parallela a quella penale.

Tofani, di Cerchio, è morto nel febbraio 2013 a Bugnara, nella Valle Peligna, durante una gara del campionato provinciale amatori.

Secondo l’avvocato Berardino Terra, che assiste la moglie e le figlie dell’uomo, ci sarebbero delle responsabilità contrattuali ed extracontrattuali, visto che Tofani era tesserato con la Lega dilettanti, affiliata alla Federazione italiana giuoco calcio, e indossava la maglia dell’Amatori Aielli.

Nel frattempo, prosegue il processo per omidicio colposo a carico di Gaetano Marinucci, 58 anni di Aielli, che secondo l’accusa, in qualità di presidente della squadra dell’Aielli, ha permesso a Tofani di allenare e giocare senza la necessaria documentazione medica. Nel corso dell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Sulmona è stato accertato che il certificato medico che attestava la sana e robusta costituzione di Tofani era falso.

Il processo a Marinucci, difeso dall’avvocato Pasquale Milo, si sta celebrando davanti al giudice monocratico del tribunale di Sulmona.

Tofani era molto conosciuto, nella Marsica e non solo. Lavorava come insegnante, ma aveva un passato da calciatore di buon livello, avendo militato anche nell’ex serie C e avendo indossato le maglie di Ternana, Catanzaro, Reggina, L’Aquila e Sulmona. Dopo la tragedia in campo erano stati avviati accertamenti. E la vicenda aveva avuto inquietati e inaspettati risvolti. Con un supplemento di indagini era stato accertato come la società di calcio amatoriale dell’Aielli non fosse in possesso di una certificazione di idoneità fisica del calciatore tale da consentirgli il suo utilizzo in campo, ma stranamente solo di una semplice fotocopia di un certificato medico di Tofani sottoscritto da un medico e risultato essere poi falso. Come dichiarato dal medico stesso. Dalle indagini è risultato assai singolare anche il fatto che fra tutti i certificati sequestrati dalla Procura e in possesso della società di calcio, relativi a ben venti atleti, soltanto quello di Tofani fosse fotocopiato. Nessuno dei dirigenti interrogati, inoltre, pare fosse a conoscenza di chi materialmente avesse ricevuto questa fotocopia. «La responsabilità colposa per la morte del Tofani risulta evidente per imprudenza e negligenza anche in ambito civile», ribadisce l’avvocato Terra.

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