Muore schiacciato alla Presider
Vittima un operaio di 45 anni, la fabbrica chiude in segno di lutto.
AVEZZANO. Nel ‘99 si salvò per miracolo dopo un incidente sul lavoro. Dieci anni dopo, come se un tragico destino avesse rinnovato l’appuntamento, è rimasto intrappolato in un macchinario della fabbrica Presider. È morto così Massimo Occhiuzzi, 45 anni, di Avezzano.
L’INCIDENTE È avvenuto poco prima delle 11 in uno dei capannoni dell’azienda siderurgica, nella zona industriale della città. Massimo Occhiuzzi, che aveva preso servizio alle 6, stava lavorando alla «piastratrice», sofisticata macchina che con l’ausilio di laser esegue stampi su barre d’acciaio. Quella che passava ieri sui rulli aveva un peso di 30 quintali. La dinamica è da chiarire ma dai primi accertamenti della polizia l’uomo si è accorto di un malfunzionamento dell’impianto e ha cercato di intervenire. Forse un’imprudenza è all’origine del dramma. I rulli del macchinario hanno schiacciato l’operaio all’altezza dell’addome. Occhiuzzi ha lanciato un urlo.
I SOCCORSI Il collega nelle vicinanze ha attivato immediatamente il sistema d’emergenza e ha bloccato l’impianto. Sono intervenuti altri lavoratori e Occhiuzzi è stato liberato, privo di sensi. Qualche minuto dopo è arrivata l’ambulanza del 118. L’operaio ha ripreso conoscenza ma il medico si è reso subito conto della gravità delle lesioni. Inutile la corsa disperata verso il pronto soccorso. Occhiuzzi è morto all’arrivo in ospedale.
L’INCHIESTA È stata aperta dalla Procura di Avezzano e affidata al sostituto Guido Cocco. Le indagini sono coordinate da Gaetano Del Treste, ispettore superiore del commissariato di polizia. Il macchinario dell’incidente, dotato anche di sistemi di sicurezza all’avanguardia, è stato posto sotto sequestro. Sul posto anche gli ispettori del lavoro della Asl Avezzano-Sulmona.
FABBRICA IN LUTTO La Presider ha chiuso due giorni in segno di lutto. Grande lo sconcerto fra i colleghi di Occhiuzzi e fra i dirigenti dello stabilimento. La fabbrica è fra le più grandi e importanti della città, fondata nel 1972 da Donato Lombardi, attuale amministratore unico. Lombardi, cavaliere del lavoro ed ex presidente di Confindustria Abruzzo, ha rivolto un pensiero alla famiglia Occhiuzzi e a tutti i collaboratori dell’azienda. «Massimo era un bravissimo lavoratore, esperto, che da più di vent’anni faceva parte della nostra famiglia», commenta l’imprenditore, «perché noi siamo come una famiglia allargata e questa è una tassa particolarmente amara da pagare. Siamo distrutti. Abbiamo perso un ragazzo che aveva tutta la vita davanti». La Presider, che si occupa di prelavorazione di travi in acciaio impiegate prevalentemente nella carpenteria metallica, conta 150 dipendenti. L’azienda è impegnata anche nel piano Case del post terremoto all’Aquila; ha infatti contribuito alla lavorazione di 3.000 tonnellate di profilati in acciaio per la realizzazione di ventisei moduli abitativi per 2.500 persone.
CHI ERA MASSIMO Massimo Occhiuzzi era l’ultimo di quattro fratelli, Nicola, Franco e Felice. Non era sposato e da tempo era orfano di entrambi i genitori. Dieci anni fa scampò a un incidente sul lavoro. Amava giocare a calcetto. Tifoso della Juventus e simpatizzante della Roma, aveva a lungo vissuto nel quartiere San Rocco, prima di trasferirsi in una casa nel centro di Avezzano. «Una persona schietta, amico di tutti, gran lavoratore, un buono», lo ricordano gli amici del bar Nello.
DONATE LE CORNEE I familiari dell’operaio hanno acconsentito alla donazione delle cornee, espiantate ieri all’ospedale di Avezzano. I funerali dovrebbero essere celebrati domani nella chiesa di San Rocco. Si è in attesa del nulla osta della Procura.
L’INCIDENTE È avvenuto poco prima delle 11 in uno dei capannoni dell’azienda siderurgica, nella zona industriale della città. Massimo Occhiuzzi, che aveva preso servizio alle 6, stava lavorando alla «piastratrice», sofisticata macchina che con l’ausilio di laser esegue stampi su barre d’acciaio. Quella che passava ieri sui rulli aveva un peso di 30 quintali. La dinamica è da chiarire ma dai primi accertamenti della polizia l’uomo si è accorto di un malfunzionamento dell’impianto e ha cercato di intervenire. Forse un’imprudenza è all’origine del dramma. I rulli del macchinario hanno schiacciato l’operaio all’altezza dell’addome. Occhiuzzi ha lanciato un urlo.
I SOCCORSI Il collega nelle vicinanze ha attivato immediatamente il sistema d’emergenza e ha bloccato l’impianto. Sono intervenuti altri lavoratori e Occhiuzzi è stato liberato, privo di sensi. Qualche minuto dopo è arrivata l’ambulanza del 118. L’operaio ha ripreso conoscenza ma il medico si è reso subito conto della gravità delle lesioni. Inutile la corsa disperata verso il pronto soccorso. Occhiuzzi è morto all’arrivo in ospedale.
L’INCHIESTA È stata aperta dalla Procura di Avezzano e affidata al sostituto Guido Cocco. Le indagini sono coordinate da Gaetano Del Treste, ispettore superiore del commissariato di polizia. Il macchinario dell’incidente, dotato anche di sistemi di sicurezza all’avanguardia, è stato posto sotto sequestro. Sul posto anche gli ispettori del lavoro della Asl Avezzano-Sulmona.
FABBRICA IN LUTTO La Presider ha chiuso due giorni in segno di lutto. Grande lo sconcerto fra i colleghi di Occhiuzzi e fra i dirigenti dello stabilimento. La fabbrica è fra le più grandi e importanti della città, fondata nel 1972 da Donato Lombardi, attuale amministratore unico. Lombardi, cavaliere del lavoro ed ex presidente di Confindustria Abruzzo, ha rivolto un pensiero alla famiglia Occhiuzzi e a tutti i collaboratori dell’azienda. «Massimo era un bravissimo lavoratore, esperto, che da più di vent’anni faceva parte della nostra famiglia», commenta l’imprenditore, «perché noi siamo come una famiglia allargata e questa è una tassa particolarmente amara da pagare. Siamo distrutti. Abbiamo perso un ragazzo che aveva tutta la vita davanti». La Presider, che si occupa di prelavorazione di travi in acciaio impiegate prevalentemente nella carpenteria metallica, conta 150 dipendenti. L’azienda è impegnata anche nel piano Case del post terremoto all’Aquila; ha infatti contribuito alla lavorazione di 3.000 tonnellate di profilati in acciaio per la realizzazione di ventisei moduli abitativi per 2.500 persone.
CHI ERA MASSIMO Massimo Occhiuzzi era l’ultimo di quattro fratelli, Nicola, Franco e Felice. Non era sposato e da tempo era orfano di entrambi i genitori. Dieci anni fa scampò a un incidente sul lavoro. Amava giocare a calcetto. Tifoso della Juventus e simpatizzante della Roma, aveva a lungo vissuto nel quartiere San Rocco, prima di trasferirsi in una casa nel centro di Avezzano. «Una persona schietta, amico di tutti, gran lavoratore, un buono», lo ricordano gli amici del bar Nello.
DONATE LE CORNEE I familiari dell’operaio hanno acconsentito alla donazione delle cornee, espiantate ieri all’ospedale di Avezzano. I funerali dovrebbero essere celebrati domani nella chiesa di San Rocco. Si è in attesa del nulla osta della Procura.