Nuovi ospedali, inizia il confronto
Venturoni: servono 400 milioni, un patto tra Stato, Regione e Asl.
PESCARA. Ventidue ospedali che costano ai cittadini abruzzesi un miliardo e 300 milioni di euro l’anno. Questa la fotografica economica delle strutture sanitarie pubbliche che secondo la Regione hanno oggi costi insopportabili. La scelta annunciata dall’assessore alla sanità, Lanfranco Venturoni di rottamare cinque ospedali: Giulianova, Vasto, Lanciano, Sulmona e Avezzano; per ricostruirli in altri posti e con nuove metodiche sarà discussa dalla giunta regionale già da oggi, nel conclave che si terrà a Scanno. «Getteremo le basi di questa discussione», dice Venturoni, «la ricostruzione dei cinque ospedali indicati come troppo vecchi e con costi strutturali improponibili è una necessità.
Oggi abbiamo ospedali senza bagni e senza climatizzazione, senza parcheggi, senza quelle garanzie di sicurezza che un ospedale deve e avere. Attualmente i costi di gestione sono elevati perchè gli stanziamenti sono sperperati per sistemare vecchi impianti di riscaldamento, vecchie strutture murarie umide e anche fatiscenti, infissi rotti, ascensori che vanno a singhiozzo. Su un miliardo e 300 milioni non è azzardato dire che il 50% dei soldi finisce per cercare di far funzionare ospedali che andrebbero chiusi e ricostruiti da capo». Sui soldi, circa 400 milioni di euro, l’assessore alla sanità si mostra ottimista. «Dallo Stato dobbiamo aver 240 milioni, 90 già sono nelle casse della Regione, una parte dei soldi poi arriverà dalla vendita degli immobili», calcola Venturoni, «i vecchi ospedali si trovano in aree urbane siti di pregio che possono essere valutati e venduti in modo favorevole per le Asl».
I tempi di costruzione per Venturoni non saranno infiniti. «Tra progettazione, finanziamento, bandi e realizzazione non dovrebbero passare più di tre anni», calcola, «parliamo di ospedali di piccole o medie dimensioni con specialità di base di buon livello che saranno molto più confortevoli e adeguati dal punto di vista sanitario e umano».
Oggi abbiamo ospedali senza bagni e senza climatizzazione, senza parcheggi, senza quelle garanzie di sicurezza che un ospedale deve e avere. Attualmente i costi di gestione sono elevati perchè gli stanziamenti sono sperperati per sistemare vecchi impianti di riscaldamento, vecchie strutture murarie umide e anche fatiscenti, infissi rotti, ascensori che vanno a singhiozzo. Su un miliardo e 300 milioni non è azzardato dire che il 50% dei soldi finisce per cercare di far funzionare ospedali che andrebbero chiusi e ricostruiti da capo». Sui soldi, circa 400 milioni di euro, l’assessore alla sanità si mostra ottimista. «Dallo Stato dobbiamo aver 240 milioni, 90 già sono nelle casse della Regione, una parte dei soldi poi arriverà dalla vendita degli immobili», calcola Venturoni, «i vecchi ospedali si trovano in aree urbane siti di pregio che possono essere valutati e venduti in modo favorevole per le Asl».
I tempi di costruzione per Venturoni non saranno infiniti. «Tra progettazione, finanziamento, bandi e realizzazione non dovrebbero passare più di tre anni», calcola, «parliamo di ospedali di piccole o medie dimensioni con specialità di base di buon livello che saranno molto più confortevoli e adeguati dal punto di vista sanitario e umano».