LUCOLI
Ovini abbandonati in montagna morti di stento, fame e freddo
Esplode il caso segnalato all'inizio dell'anno da una consigliera di minoranza: le carcasse di 140 pecore in decomposizione denunciato da Lndc Animal Protection
L'AQUILA. Circa 140 ovini morti sono stati trovati a inizio gennaio, in avanzato stato di decomposizione, con marche auricolari divelte e sparse nel prato nel comune di Lucoli, nell'Aquilano. Il presidente Lndc Animal Protection, Piera Rosati, interviene sul "macabro ritrovamento" segnalato alle autorità competenti dalla capogruppo di minoranza al Consiglio comunale di Lucoli, Simonetta De Felicis, funzionaria del ministero degli Esteri in pensione. «Gli animali hanno trovato la morte dopo essere stati lasciati sulle montagne abruzzesi. Sporgiamo denuncia nella speranza si faccia chiarezza su quanto avvenuto. All'inizio si pensava a una predazione da parte di selvatici ai danni del gregge. Tuttavia, l'alto numero di capi, alcuni arbusti rosicchiati dagli ovini nel disperato tentativo di procurarsi cibo e la presenza di stazzi deserti hanno fatto capire che si è trattato di vero e proprio abbandono».
Animali che presumibilmente sono morti di stento, fame e freddo. Oltre alla De Felicis, il caso è stato rilanciato all'attenzione del nuovo prefetto dell'Aquila, Cinzia Teresa Torraco, anche dalle consigliere di minoranza Antonietta Brasca e Samantha Benedetti, ma anche a carabinieri forestali, Provincia, Regione, Asl e ministero della Salute.
«Non smetteremo mai di lottare affinché la mentalità comune cambi e si cominci a considerare tutti gli animali come individui e non come cose. Il nostro team legale» prosegue Rosati «denuncerà questa barbarie, nella speranza che si faccia chiarezza su cosa è successo realmente a questo povero gregge abbandonato nelle montagne. Tutti gli animali meritano pari dignità e pari tutele. Questa è la nostra mission che porteremo avanti finché non ci sarà un reale cambiamento culturale».