Pagine facebook cancellate: c'è un caso Sulmona
Fake news e messaggi violenti, coinvolta un'insegnante che spiega: "Quella pagina era contro il bullismo poi l'ho ceduta e ha cambiato il nome in Lega Salvini Sulmona per fini di propaganda politica, ma senza volgarità o false notizie"
SULMONA. "Un semplice cambio di nome della pagina, non contenuti violenti, razzisti o antisemiti, ha determinato la chiusura della pagina facebook che è stata aperta da un privato, simpatizzante dela Lega e non è collegata in alcun modo con il profilo ufficiale della Lega di Salvini”. A parlare è Tiziana Di Pietro, insegnante di materie giuridiche, che si dichiara ingiustamente accusata di comportamenti che non fanno parte della sua educazione e del suo stile personale.
Il profilo è fra le 23 pagine italiane, con oltre 2,46 milioni di follower che, secondo un'indagine della ong Avaaz (diritti umani e campagne ambientali), condividevano informazioni false e contenuti divisivi contro i migranti, antivaccini e antisemiti e che sono state cancellate da Facebook a due settimane dalle elezioni europee. Oltre la metà delle pagine cancellate era a sostegno di Lega o M5S.
“L'equivoco è iniziato dal fatto di aver ceduto una mia pagina dedicata esclusivamente contro il bullismo ad una persona a me vicina – spiega Di Pietro – che dopo aver cambiato il nome in Lega Salvini Sulmona l'ha utilizzata per fini di propaganda politica, senza mai usare volgarità o fake news. Tant'è che facebook nel motivare l'oscuramento della pagina scrive testualmente: la tua pagina non è più pubblicata, sembra che un'attività recente sulla tua pagina non rispetti le condizioni delle pagine facebook riguardanti le modifiche al nome della pagina o le unioni. Ciò include comportamenti come connessioni fuorvianti tra pagine o una mancata corrispondenza tra nome e contenuto della pagina”. “Sono amareggiata per essere stata coinvolta in una storia che non mi appartiene – conclude l'insegnante – mi dispiace soprattutto che anche il nome della mia città venga associato a cose spiacevoli che non fanno parte della realtà”. (c.l.)