Paura sul Gran Sasso, alpinista perde l'appiglio e rimane sospeso nel vuoto a 2.300 metri
Le operazioni di soccorso sul Corno piccolo rese complicate dalla presenza della nebbia, l'elicottero del 118 con a bordo il personale del Cnsas lo recupera con il verricello: l'uomo (di Tocca da Casauria) se l'è cavata con escoriazioni e una sospetta frattura
L'AQUILA. Momenti di apprensione in montagna. Un alpinista 53enne di Tocca da Casauria è stato recuperato con il verricello dall'elicottero del 118 dopo che era rimasto sospeso nel vuoto a circa 2.300 metri d'altezza sul Corno piccolo del Gran Sasso. L’uomo, primo di una cordata di altri due alpinisti, aveva perso l’appiglio all’altezza del secondo tiro di corda mentre stava arrampicando sulla via Aficionados, via alpinistica situata sulla seconda spalla del massiccio. Aveva riportato varie escoriazioni e una sospetta frattura della caviglia sinistra.
Complicate le operazioni di recupero, effettuate dall’elicottero del 118, con a bordo il tecnico di elisoccorso del Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), e con il supporto di una squadra di terra a causa della presenza di fitti banchi di nebbia che offuscavano a tratti la visibilità. Il tecnico di elisoccorso ha operato direttamente in parete, recuperando l’infortunato per mezzo del verricello. Dopo una prima medicalizzazione e stabilizzazione da parte del sanitario del 118, avvenuta ai Prati di Tivo, l’alpinista è stato trasportato all’ospedale San Salvatore di L’Aquila.