Pediatria, no alla chiusura
Castel di Sangro, sindacati contrari al provvedimento.
SULMONA. «Il personale non può essere trasferito d’autorità. Non è un pacco postale che può essere spedito altrove. Come nessuno può chiudere servizi fondamentali infischiandosene della salute e dei problemi degli utenti». È un secco no quello che arriva dalle forze sindacali alla chiusura dell’ambulatorio di pediatria dell’ospedale sangrino. Il personale sarà dirottato a Sulmona.
Dopo l’annuncio da parte del capo dipartimento, Paolo Santarelli, che tutto il personale che mandava avanti il servizio di pediatria nella struttura sanitaria sangrina da domani dovrà andare a lavorare all’ospedale di Sulmona, ecco che arriva la pronta reazione di Cgil, Cisl e Uil. «Si continua a prendere decisioni sulla pelle degli utenti e su quella dei lavoratori», afferma il segretario territoriale della Cgil Damiano Verrocchi, «non possiamo fare la mobilità delle persone senza un preventivo confronto con le organizzazioni sindacali. Ci sono situazioni che vanno attentamente valutate prima di decidere di mandare a lavorare persone a 50 chilometri di distanza. Innanzitutto bisogna tenere conto della disponibilità e della volontà dei dipendenti ad accettare il trasferimento considerando anche le loro professionalità e le loro esigenze».
Una scelta fortemente criticata dai sindacati anche perché, a loro dire, la chiusura del servizio di pediatria porterà una forte mobilità passiva nella Asl della provincia dell’Aquila, con gli utenti dell’Alto Sangro che saranno costretti a rivolgersi al servizio sanitario del vicino Molise. Con l’imminente apertura della nuova superstrada, Castel di Sangro e Isernia disteranno infatti, solo 15 minuti d’auto da percorrere su una strada comoda e scorrevole. Esattamente l’opposto della Statale 17 tra Castel di Sangro e Sulmona, tortuosa e pericolosa. «L’utenza si sposterà in massa verso il Molise», precisa Flavio Piscitelli della Asl, «mentre fino a poco tempo fa avveniva esattamente il contrario con i residenti dell’Alto molise che venivano a curarsi all’ospedale di Castel di Sangro.
Se è questo» aggiunge «il modo in cui si intende risanare la sanità abruzzese, allora devo dire che siamo proprio sulla strada sbagliata». Per il sindacato la scelta di chiudere pediatria va esattamente verso la parte opposta indicata solo pochi giorni fa dal consiglio regionale. «Solo l’altro giorno la politica ha detto che l’ospedale di Castel di Sangro deve mantenere la sua funzionalità», concludono i sindacati, «prima è stata tagliata la testa a cardiologia e ora si chiude pediatria. O la politica non conta nulla o come sempre in tempo di elezioni, si cerca di nascondere la verità per non perdere consensi elettorali».
Dopo l’annuncio da parte del capo dipartimento, Paolo Santarelli, che tutto il personale che mandava avanti il servizio di pediatria nella struttura sanitaria sangrina da domani dovrà andare a lavorare all’ospedale di Sulmona, ecco che arriva la pronta reazione di Cgil, Cisl e Uil. «Si continua a prendere decisioni sulla pelle degli utenti e su quella dei lavoratori», afferma il segretario territoriale della Cgil Damiano Verrocchi, «non possiamo fare la mobilità delle persone senza un preventivo confronto con le organizzazioni sindacali. Ci sono situazioni che vanno attentamente valutate prima di decidere di mandare a lavorare persone a 50 chilometri di distanza. Innanzitutto bisogna tenere conto della disponibilità e della volontà dei dipendenti ad accettare il trasferimento considerando anche le loro professionalità e le loro esigenze».
Una scelta fortemente criticata dai sindacati anche perché, a loro dire, la chiusura del servizio di pediatria porterà una forte mobilità passiva nella Asl della provincia dell’Aquila, con gli utenti dell’Alto Sangro che saranno costretti a rivolgersi al servizio sanitario del vicino Molise. Con l’imminente apertura della nuova superstrada, Castel di Sangro e Isernia disteranno infatti, solo 15 minuti d’auto da percorrere su una strada comoda e scorrevole. Esattamente l’opposto della Statale 17 tra Castel di Sangro e Sulmona, tortuosa e pericolosa. «L’utenza si sposterà in massa verso il Molise», precisa Flavio Piscitelli della Asl, «mentre fino a poco tempo fa avveniva esattamente il contrario con i residenti dell’Alto molise che venivano a curarsi all’ospedale di Castel di Sangro.
Se è questo» aggiunge «il modo in cui si intende risanare la sanità abruzzese, allora devo dire che siamo proprio sulla strada sbagliata». Per il sindacato la scelta di chiudere pediatria va esattamente verso la parte opposta indicata solo pochi giorni fa dal consiglio regionale. «Solo l’altro giorno la politica ha detto che l’ospedale di Castel di Sangro deve mantenere la sua funzionalità», concludono i sindacati, «prima è stata tagliata la testa a cardiologia e ora si chiude pediatria. O la politica non conta nulla o come sempre in tempo di elezioni, si cerca di nascondere la verità per non perdere consensi elettorali».