Petrocchi nuovo vescovo, oggi l’annuncio
Vicino l’addio di Molinari, il nuovo presule è ascolano ma proviene dalla diocesi di Latina. D’Ercole resta in bilico
L’AQUILA. L’annuncio è atteso per oggi a mezzogiorno. Salvo sorprese. Il designato per la successione del metropolita Giuseppe Molinari è il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno monsignor Giuseppe Petrocchi, 65 anni ad agosto. Come anticipato ieri dal Centro, alla nomina del vescovo originario di Ascoli Piceno manca solo il crisma dell’ufficialità. L’annuncio della sala stampa della Santa Sede, dato in contemporanea a Roma, all’Aquila e nella diocesi pontina, è destinato a svelare il mistero. Tutto porta a pensare che la data buona sia quella di oggi, antivigilia della festa di San Massimo levita e martire patrono della città e dell’arcidiocesi. Il sabato, del resto, per il Vaticano, è una giornata tradizionalmente dedicata alle nomine dei vescovi delle diocesi italiane.
CHI VA E CHI RESTA. L’arrivo del nuovo arcivescovo – per il quale il trasferimento all’Aquila rappresenta una promozione, visto che passa da una sede vescovile (immediatamente soggetta alla Santa Sede) a una sede metropolitana – è atteso da parroci e fedeli per riportare un po’ di serenità all’interno di una diocesi tradizionalmente dilaniata da contrapposizioni e personalismi. Con l’arrivo di Petrocchi all’Aquila la Santa Sede tira una linea rispetto alla gestione bicefala Molinari-D’Ercole. Il metropolita, in carica all’Aquila da quindici anni, avrebbe dovuto lasciare già dal gennaio scorso quando ha compiuto i 75 anni di età. Il suo ausiliare potrebbe andar via insieme a lui, probabilmente per insediarsi a Latina, nello stesso posto lasciato da Petrocchi. Tuttavia resta l’incertezza sui tempi dell’avvicendamento. Secondo quanto si è appreso, la nomina di Petrocchi è stata «sigillata» già da novembre del 2012. Tuttavia la decisione di renderla operativa dopo sette mesi è legata a due fattori. Il primo: far trovare al nuovo arcivescovo i conti il più possibile in ordine. Un po’ come si fa col compratore di un’azienda. Del resto, con i milioni della ricostruzione sul piatto (vedasi la polemica tra Curia e costruttori su chi e come sceglie le ditte per restaurare l’immenso patrimonio immobiliare dell’arcidiocesi), la Curia aquilana ha tra le mani un grosso giro d’affari. Il secondo: permettere a Petrocchi di portare a compimento alcune iniziative già avviate nella sua diocesi. L’insediamento potrebbe avvenire il 29 giugno, data nella quale i metropoliti ricevono dal Papa, nella basilica di San Pietro, il Pallio simbolo di Gesù Buon pastore e segno del particolare legame con la sede apostolica dove siede il vescovo di Roma Francesco. La data successiva potrebbe essere la Perdonanza.
D’ERCOLE IN BILICO. Un’altra incognita è rappresentata dal destino dell’ausiliare D’Ercole, assolto in primo grado dall’accusa di rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale, ma sul quale pende ancora un processo d’appello, nella vicenda dei fondi Giovanardi. Se arriva un nuovo vescovo vuol dire che la Santa Sede ha deciso di cambiare, scartando l’ipotesi di una promozione dell’ausiliare a metropolita. Tuttavia, la sua presenza all’Aquila accanto al nuovo arcivescovo potrebbe servire per permettere a Petrocchi di ambientarsi, conoscendo le ultime vicende che hanno riguardato l’arcidiocesi. Prima di un nuovo incarico fuori città. A rischio, con l’arrivo del nuovo presule, anche la posizione dei fedelissimi di Molinari, molti dei quali beneficati da nomine da «fine impero».
«BENVENUTO». Taglia per prima il traguardo del «benvenuto» al nuovo vescovo Fausta Tinari, presidente provinciale del Movimento cristiano lavoratori. «La scelta di monsignor Petrocchi», scrive, «è lungimirante. Una persona giovane e di qualità, di grande spessore, cultura ed esperienza che dovrà affrontare un faticoso e impegnativo lavoro nel capoluogo abruzzese. Un ringraziamento particolare a Molinari per l’impegno profuso in questi anni molto difficili».
©RIPRODUZIONE RISERVATA