L'AQUILA
Piccolo Tommaso, l'"ometto" che commuove l'Italia
Il bambino vittima della tragedia dell'asilo è un simbolo di un destino crudele
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L'AQUILA. Tommaso, 4 anni, occhi scuri, grandi, capelli corti. E uno sguardo curioso, di chi vuole sapere, vuole crescere, vuole affacciarsi alla vita con tutta l'innocenza che un bambino sa esprimere. E con tutto l'amore che vuole trasmettere. "A Dio, Tommaso" si legge su un bigliettino lasciato da qualcuno sull'inferriata che separa la strada dall'asilo della tragedia. La scuola dove i bambini, i nostri bambini, giocano, apprendono, crescono. E dove sappiamo che sono al sicuro, protetti, tutelati.
No, Tommaso, il "nostro", permettetemi, Tommaso dal volto che esprime tenerezza, si è trovato, come si dice, nel posto sbagliato al momento sbagliato. E non poteva saperlo, lui, piccolo, mentre giocava con i suoi amichetti. Sorride, Tommaso, mentre è nel giardino e sta per arrivare, silenziosa, traditrice, quell'auto. Vogliamo pensare che non si è accorto di quello che stava per accadere. E che oggi continua a sorridere lassù, da dove ci guarda, e ci dice di non preoccuparci per lui.
Bel bambino, nella foto - diventata pubblica e che solo a guardarla ci squarcia il cuore - sembra un "ometto" in posa con quelle bretelline blu che mostra quasi con orgoglio sulla camicetta celeste. Tommaso è il bambino-simbolo non solo dell'Aquila, ma dell'Italia intera, vittima innocente di una disgrazia che oggi si dice che non doveva accadere.
"Era il mio piccolo amore" - racconta dall'ospedale la zia - "Una personcina particolare speciale. Un bambino sensibile, empatico. Un puro, non perchè tutti i bambini non lo siano, ma perché lui lo era per davvero". E conclude: "Forse troppo delicato per questo mondo".
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