comune e legge barca
Piero Di Piero: non mi dimetto
L’esponente dell’Udc annuncia il ricorso e lancia la sfida al consiglio
L’AQUILA. «Non ho alcuna intenzione di dimettermi». Il consigliere comunale dell’Udc Piero Di Pie ro non ci sta ad accettare la decisione del consiglio comunale, che gli ha concesso 10 giorni di tempo per scegliere tra il suo ruolo al Comune e gli incarichi professionali che lo vedono impegnato, come architetto, nella ricostruzione dell’Aquila. Cosa, questa, fissata dalla legge voluta dal ministro per la Coesione territoriale per garantire una maggiore trasparenza nella ricostruzione. Alla scadenza dei dieci giorni, Di Piero sarà ritenuto decaduto dalla carica di consigliere comunale.
Ma Di Piero non ha alcuna intenzione di rispettare il diktat e tuona contro una legge che ritiene «incostituzionale» e che cercherà di contrastare con un ricorso al Tar. «Non mi dimetto, anzi farò ricorso», spiega il consigliere, che aspettava la decisione del consiglio per poter fare i suoi passi. Alla scadenza del termine fissato, Di Piero presenterà il suo ricorso sia al Tar che al tribunale e con lui ci saranno anche 2-3 consiglieri di altri Comuni dell’Aquilano che si trovano nelle stesse condizioni. «È un provvedimento che andava fatto prima delle elezioni e non dopo. Ecco perché lo ritengo incostituzionale. Io mi sono candidato e sono stato eletto correttamente». Di Piero ne ha per tutti: «Ci sono consiglieri, dipendenti pubblici e pure assessori con deleghe importanti nell’ambito della ricostruzione che sarebbero non soltanto incompatibili, ma addirittura ineleggibili». Ora l’architetto chiede un incontro al ministro Fabrizio Barca. Vuole chiedergli «perché questa legge nazionale, fatta apposta per una città terremotata, non è stata applicata anche nelle aree colpite dal sisma in Emilia. Forse il ministro aveva precisi interessi politici che venisse attuata soltanto all’Aquila?». Di Piero specifica, infine, che «il consiglio comunale confonde le leggi. Sta utilizzando, per costringermi a scegliere tra i miei incarichi, la legge Barca, che non è attuativa anche se prevede di risolvere le incompatibilità. E lo fa utilizzando il Testo unico degli enti locali che, però, non prevede incompatibilità».
Marianna Gianforte
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