IL CASO DI BARANO
Prete insultato a Barano I fedeli: non siamo razzisti
I parrocchiani di Santa Maria Abbarano si difendono dall’accusa di essere "razzisti" e di far "fuggire" dalla loro parrocchia i sacerdoti
TORNIMPARTE. «Non siamo “mangiapreti”, i sacerdoti lasciano la parrocchia di Barano perché hanno altre ambizioni, e non perché siamo noi a farli stare a disagio». Dopo la denuncia del parroco nigeriano don Gerald Abuachi Mine di aver ricevuto insulti a sfondo razziale durante la processione della Madonna della Neve il 5 agosto scorso, e dopo l’intervento dell’arcivescovo Giuseppe Molinari, che ha espresso solidarietà al sacerdote, ora i parrocchiani di Santa Maria Abbarano si difendono dall’accusa di essere «razzisti» e di far «fuggire» dalla loro parrocchia i sacerdoti. Sono ben sei, infatti, quelli che dal 2009 si sono succeduti nella guida spirituale della frazione tornimpartese, e quasi sempre per contrasti nati sulla gestione della festa. Un appuntamento che conserva elementi tradizionali molto sentiti dalla popolazione locale, giovani e anziani, tra cui anche la consuetudine di appendere banconote su un nastro posto sulla statua della Madonna. Nell’ultima edizione della festa, che si è svolta tra polemiche e contrasti col parroco, sono volati anche pesanti insulti contro il sacerdote deciso a mettere in pratica le norme del «Direttorio sulle feste patronali» della diocesi dell’Aquila, documento voluto e firmato dall’ arcivescovo e che vieta, tra le altre cose, di appendere banconote sulle statue dei santi.
Un atto di devozione al quale i parrocchiani, però, non intendono rinunciare, e che «fa parte di un insieme di altri gesti preparatori della festa», raccontano al Centro, «come quello di portare la statua, di rispondere “all’asta delle tovaglie” e di “andare per soldi”».
«Durante la manifestazione l’atmosfera si è scaldata, questo è vero», riconoscono i baranesi, «ma insulti a sfondo razziale contro don Gerald non sono mai stai lanciati». Il video della processione diffuso sul sito del Centro mostra il momento in cui lo scontro parrocchiani–sacerdote si è fatto più duro. Volano insulti molto pesanti: «Vai via!», «Buffone!», tra quelli riferibili. Insomma, secondo i parrocchiani, si sarebbe trattato soltanto di «parole colorite, ma niente offese, insulti razziali o spintoni».
Intanto, don Gerald ha chiuso la chiesa. Domenica scorsa i fedeli si sono trovati con la porta del tempio sbarrata: un altro elemento destinato a generare polemiche nei prossimi giorni. «Non ne possiamo più di sacerdoti che chiudono la nostra chiesa», aggiungono i baranesi, ancora «scottati» dalla decisione di don Luigi Abid Sid di tenere la chiesa chiusa per tre mesi nel corso dell’estate del 2009. Motivo del contendere, anche in quel caso, il rifiuto dei parrocchiani di rispettare il Direttorio.
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