Pulmino negato a disabilee violazione della privacyCondannato il Comune

23 Gennaio 2011

Ortucchio. L'ex sindaco Mario Frigioni scrisse una lettera pubblica divulgando notizie riservate sulla salute del bambino

AVEZZANO. A un ragazzino disabile venne negato l'utilizzo di uno scuolabus e l'allora sindaco di Ortucchio, Mario Frigioni, ne spiegò i motivi attraverso una lettera diffusa in paese. In quel modo, però, rivelò notizie private del minore e per questo il Comune è stato condannato a risarcire la famiglia del piccolo con 5mila euro.

La sentenza, destinata a far discutere, è stata pronunciata dal giudice Emanuele Di Gregorio del tribunale di Avezzano e ha sottolineato la violazione delle norme del codice della privacy «in quanto i dati sulla salute del minore e sul suo stato di handicap sono stati indicati in una lettera» che l'allora sindaco Mario Frigioni «aveva divulgato».

La lettera in questione venne redatta con la carta intestata del Comune, registrata nel protocollo comunale, affissa nelle bacheche del municipio e diffusa mediante un vigile urbano. Inoltre, sempre secondo il giudice, «la divulgazione dei dati» va a ledere anche le garanzie «riconosciute dalla Convenzione sui diritti del fanciullo» approvata a New York il 20 novembre 1989 e ratificata dallo Stato italiano con la legge 27 maggio 1991, n. 176». Infine, «la diffusione dei dati personali del bambino e del suo stato di handicap lo ha assoggettato a commenti, scherzi e atteggiamenti discriminatori da parte di altri bambini».

Il Comune è stato rappresentato in giudizio dal sindaco attuale, Federico D'Aulerio, difeso dall'avvocato Roberto Jageregger. I genitori del bambino erano assistiti dall'avvocato Elisa Paris. La vicenda risale al 2005 e ha suscitato clamore perché all'improvviso il bambino non ha più potuto utilizzare lo scuolabus come gli altri coetanei. Fu il nonno a presentare una querela. Il sindaco Frigioni rispose che il Comune «non poteva garantire l'assistenza e neanche correre il rischio che il bambino si facesse male oppure arrecasse dei danni agli altri bambini».

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