«Quei politici e i favori ai soliti amici»

Padalino e il malcostume nella Marsica. Droga («L’hascisc si vende come la birra») e truffe agli anziani le altre emergenze

AVEZZANO. «Quando si parla di corruzione il nesso associativo viene immediato con le tangenti, in realtà essa ha subìto una mutazione non sempre di facile lettura. Perché in Marsica, come anche in Italia, per molti versi non parliamo di corruzione per grossi lavori pubblici, ma di scambio di favori nell’ambito degli incarichi di carattere locale; una corruzione raffinata: non più soldi ma dazione di incarichi». L’analisi sui fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione è acuta e viene direttamente dall’ufficio più alto in grado nella lotta contro questo fenomeno che, a livello nazionale e locale, incide pesantemente sulla crescita economica e sociale. La fa il procuratore capo della Repubblica del tribunale di Avezzano, Andrea Padalino Morichini, da poco meno di un anno alla guida del palazzo di via Corradini. Padalino esamina con il Centro le piaghe sociali della Marsica. «I reati di turbativa negli appalti pubblici, in Marsica, riguardano solitamente incarichi di valore limitato e quando dietro a questi reati si celano fenomeni corruttivi anche questi riguardano cifre modeste».

Quali implicazioni comporta questo nuovo tipo di malcostume?

«Questa trasformazione comporta difficoltà investigative, come in genere per tutti i fenomeni corruttivi, perché è difficile poter dimostrare che si tratta di corruzione quando si parla di favori personali. Il legislatore, infatti, ha previsto il reato di turbata libertà dei procedimenti di scelta del contraente che, però, prevede pene minori».

Come si manifesta nei Comuni del comprensorio?

«Nei piccoli comuni bisogna tenere conto del fattore umano e dell’amicizia. Si tende a favorire, da parte degli amministratori pubblici, l’impresa del posto o anche l’amico imprenditore e l’artigiano all’angolo della strada. Tuttavia anche in questo caso, ancorché con connotazioni estremamente locali, si tratta di malcostume, comunque da perseguire».

La Marsica sta imponendosi sulle cronache giornalistiche anche come terra di droga: è reale questa immagine?

«Nella Marsica l’hascisc si vende come la birra. Sfatiamo un luogo comune: gli spacciatori italiani non hanno nulla da invidiare ai magrebini».

È efficace il contrasto al fenomeno dello spaccio?

«Da gennaio abbiamo sequestrato oltre 50 chili di droga e arrestato oltre 70 persone a dimostrazione che la polizia giudiziaria lavora a tutto tondo e senza dare tregua agli spacciatori che, alcuni, vengono rinchiusi nel carcere San Nicola; carcere che merita un plauso per l’attività che vi viene svolta sul fronte della rieducazione e del reinserimento sociale».

Quale altra emergenza sta affrontando il suo ufficio?

«Una vera e propria piaga sociale, che però non è endemica, è quella delle truffe agli anziani. Le tecniche si conoscono, bisognerebbe, da parte dei mezzi di informazione, ricordarli pubblicando dei veri e propri decaloghi delle truffe agli anziani».

L’organico della Procura è sufficiente per il coordinamento di tutte queste attività di contrasto alla criminalità?

«Siamo in attesa di rinforzi, che arriveranno a breve direttamente dalla Procura di Gela: si tratta di una collega impegnata in una delle Procure più esposte nella lotta alla mafia».

In conclusione, cosa ci possiamo aspettare nelle prossime settimane?

«Ci sono indagini in corso suscettibili di sviluppi importanti».

Dario Pallotta

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