"Quella fiction tv offende la città": L'Aquila contro la Rai
Il presidente del consiglio comunale cavalca la protesta sui social e valuta possibili azioni giudiziarie dopo la prima puntata di "L'Aquila grandi speranze"
L'AQUILA. Contro «il danno di immagine» che sta causando la fiction di RaiUno "L'Aquila grandi speranze", incentrata sulla città terremotata, il presidente del consiglio comunale dell'Aquila, Roberto Tinari, sta valutando «possibili azioni giudiziarie» contro la Rai. In un post su Facebook, Tinari, che di professione fa l'avvocato, si scaglia contro «una rappresentazione irreale e offensiva della città».
Nonostante il successo di ascolti, con 3 milioni 180 mila spettatori e il 13% di share, nel debutto di martedì scorso della serie tv in sei prime serate, leggendo i commenti dei cittadini sui social, la rappresentazione ha creato disapprovazioni e polemiche nella comunità aquilana. Secondo l'esponente di Forza Italia, «rappresenta un danno d'immagine per la città, che vive un momento molto profondo e significativo di commemorazione delle sue vittime a dieci anni dal terremoto del 6 aprile 2009. Intendo adottare e valutare tutte le azioni possibili, anche quelle giudiziarie, se necessario, contro una rappresentazione irreale e offensiva dell'Aquila», ha annunciato Tinari sui social. «La trasmissione televisiva, di ben sei puntate, è stata presentata in pompa magna con lo scopo di rappresentare un contributo alla città ferita sui temi della ricostruzione e della rinascita, proprio in occasione del decennale. Anche se non si tratta di un documentario, ma di una messa in scena in cui la città dell'Aquila fa da palcoscenico, ritengo assolutamente offensivi i contenuti della serie nei confronti di un dolore ancora troppo recente e drammatico per essere banalizzato», ha concluso.
Tinari ha fatto riferimento a un post del 2 aprile scorso in cui la Rai ha scritto: «Abbiamo messo in scena la vita, il dolore, la perdita, il bisogno di elaborare la tragedia, la speranza e la diversità dei punti di vista. Con la responsabilità e il rispetto che si devono alla realtà».