Ricostruzione, mancano diecimila perizie
Allarme case B e C: tra 11 giorni scade il termine
L’AQUILA. Mancano diecimila richieste di contributi per le case B e C. Il dato allarmante, a 11 giorni dalla scadenza del termine fissata per il 18 dicembre, viene confermato da Mauro Dolce, responsabile del Progetto Case della Protezione civile. All’indomani dell’atto di accusa di alcuni ingegneri contro la farraginosità del meccanismo, i numeri delle case B e C da riparare mettono davvero paura.
L’ALLARME. La ricostruzione leggera è partita col freno a mano tirato. Gli ingegneri, che stanno a contatto con la gente, se ne sono accorti da tempo e hanno lanciato l’allarme. Un quadro poco confortante tra sopralluoghi, richieste di integrazioni e attese di pubblicazione del sì definitivo sul sito Internet del Comune. Del problema si è accorta anche la Protezione civile che giornalmente riceve il rapporto dalla triplice filiera attraverso la quale passano le domande di contributo per la riparazione degli immobili non devastati dal punto di vista strutturale, quindi recuperabili. L’analisi di Dolce è spietata nella crudezza dei numeri. «Ci aspettiamo 15mila domande. Anche perché bisogna considerare la presenza di più proprietari all’interno di uno stesso stabile danneggiato. Per questo motivo la situazione, non per colpa nostra, è in una fase abbastanza delicata. Infatti sono state presentate, fino a questo momento, allo sportello di Fintecna, 5843 pratiche che si riferiscono alle abitazioni classificate B e C. Noi siamo in grado di monitorare molto attentamente la situazione, seguendo passo dopo passo il cammino di ogni singola pratica.
Va detto che quelle già trattate dal consorzio Reluis, che si occupa delle verifiche di carattere tecnico, sono finora 4426. Di queste, 2841 sono state vistate con esito positivo, mentre per 1188 sono state richieste delle integrazioni e per 397 è arrivato l’ok definitivo dopo un ulteriore controllo a seguito di precedenti integrazioni regolarmente effettuate». Il che significa che qualcosa come 1417 pratiche sono ancora in attesa di essere trattate da parte della Reluis, quindi per il secondo passaggio. Numeri inferiori quelli di Cineas, il consorzio che si occupa di verificare la congruità economiche delle richieste e che, almeno a sentire la maggior parte dei professionisti incaricati di redigere le perizie, rappresenta un po’ lo spauracchio. «Cineas ha preso in esame 3339 richieste di contributo», prosegue Dolce. «Di queste, 1903 hanno avuto il sì senza osservazioni di alcun tipo, mentre per 1194 c’è stata una richiesta di integrazioni. Infine, 242 sono quelle passate indenni al secondo vaglio, quindi da considerarsi vistate ugualmente con esito positivo». Come se ne esce, a 11 giorni dalla scadenza dei termini? «Il fatto è che se in Italia non si arriva fino al giorno prima della scadenza nessuno si fa venire alcun tipo di preoccupazione. Il problema è che le nostre strutture hanno già dato una grossa accelerata all’analisi delle pratiche. In 15 giorni sono state passate in esame 800 pratiche, Reluis ne ha lavorate 950 e Cineas 1200. Noi, da parte nostra, ce la stiamo mettendo tutta. Del resto, dopo un avvio macchinoso per tutta una serie di motivi, anche a seguito di incontri con le associazioni e gli ordini professionali, adesso il meccanismo è ben oliato e si è messo a funzionare di buona lena. Lo stesso Cineas, che faceva le verifiche in remoto, adesso ha quattro-cinque persone fisse all’Aquila in stretto collegamento con i professionisti del posto con i quali ci sono colloqui continui e costanti ».
«PROGETTISTI LENTI». Ma non doveva finire dutto in 60 giorni? Evidentemente, quello che c’è scritto sulle ordinanze trova poca rispondenza nella realtà. Il dirigente della Protezione civile punta il dito contro i progettisti. «Alcuni di essi, certamente non tutti, non si sono adeguati di fronte a questo tipo di procedura. Chi lamenta l’eccessiva fiscalità delle verifiche finge di non sapere che, trattandosi dell’assegnazione di soldi pubblici, i controlli di questo tipo sono assolutamente indispensabili, così come sono importanti le eventuali osservazioni di carattere tecnico che riguardano le modalità della ristrutturazione e dell’adeguamento sismico degli edifici danneggiati dal terremoto. Ci sono anche alcuni accumuli di incarichi di progettisti che presentano le perizie che vanno corretti. Certo, a 11 giorni dalla scadenza il quadro è questo ma bisogna anche dire che le pratiche non rischiano mai la bocciatura, visto che c’è sempre tempo per apportare le integrazioni richieste dai nuclei di valutazione ». Dolce annuncia un- ’ulteriore ordinanza per disciplinare la problematica degli aggregati edilizi che dovranno essere disciplinati dai Comuni con la collaborazione dei tecnici.
PROGETTO CASE. «Piove all’interno di alcune abitazioni del progetto Case a Roio». Lo racconta uno sfollato che ha avuto le chiavi del nuovo alloggio, ha dovuto lasciare obbligatoriamente la sistemazione in albergo ma non è potuto nemmeno entrare nella nuova casa per un’infiltrazione d’acqua all’interno della rete elettrica. Dolce, il «papà» del progetto Case, risponde che «stiamo facendo 5mila appartamenti e qualcosa che va storto ci può sempre stare. In ogni caso, entro la fine dell’anno andremo a consegnare una consistente quota di abitazioni che sono state già completate e arredate, in maniera tale da ridurre i disagi per chi ancora non può tornare in città».
UFFICI CHIUSI. Intanto, alcuni utenti protestano per il fatto che, in concomitanza con il ponte dell’Immacolata Concezione, gli uffici della Fintecna «resteranno chiusi, con grave danno per tutti quelli che, come noi, sono alle prese con il completamento delle pratiche che rappresenta un’urgenza indifferibile per migliaia di aquilani».
L’ALLARME. La ricostruzione leggera è partita col freno a mano tirato. Gli ingegneri, che stanno a contatto con la gente, se ne sono accorti da tempo e hanno lanciato l’allarme. Un quadro poco confortante tra sopralluoghi, richieste di integrazioni e attese di pubblicazione del sì definitivo sul sito Internet del Comune. Del problema si è accorta anche la Protezione civile che giornalmente riceve il rapporto dalla triplice filiera attraverso la quale passano le domande di contributo per la riparazione degli immobili non devastati dal punto di vista strutturale, quindi recuperabili. L’analisi di Dolce è spietata nella crudezza dei numeri. «Ci aspettiamo 15mila domande. Anche perché bisogna considerare la presenza di più proprietari all’interno di uno stesso stabile danneggiato. Per questo motivo la situazione, non per colpa nostra, è in una fase abbastanza delicata. Infatti sono state presentate, fino a questo momento, allo sportello di Fintecna, 5843 pratiche che si riferiscono alle abitazioni classificate B e C. Noi siamo in grado di monitorare molto attentamente la situazione, seguendo passo dopo passo il cammino di ogni singola pratica.
Va detto che quelle già trattate dal consorzio Reluis, che si occupa delle verifiche di carattere tecnico, sono finora 4426. Di queste, 2841 sono state vistate con esito positivo, mentre per 1188 sono state richieste delle integrazioni e per 397 è arrivato l’ok definitivo dopo un ulteriore controllo a seguito di precedenti integrazioni regolarmente effettuate». Il che significa che qualcosa come 1417 pratiche sono ancora in attesa di essere trattate da parte della Reluis, quindi per il secondo passaggio. Numeri inferiori quelli di Cineas, il consorzio che si occupa di verificare la congruità economiche delle richieste e che, almeno a sentire la maggior parte dei professionisti incaricati di redigere le perizie, rappresenta un po’ lo spauracchio. «Cineas ha preso in esame 3339 richieste di contributo», prosegue Dolce. «Di queste, 1903 hanno avuto il sì senza osservazioni di alcun tipo, mentre per 1194 c’è stata una richiesta di integrazioni. Infine, 242 sono quelle passate indenni al secondo vaglio, quindi da considerarsi vistate ugualmente con esito positivo». Come se ne esce, a 11 giorni dalla scadenza dei termini? «Il fatto è che se in Italia non si arriva fino al giorno prima della scadenza nessuno si fa venire alcun tipo di preoccupazione. Il problema è che le nostre strutture hanno già dato una grossa accelerata all’analisi delle pratiche. In 15 giorni sono state passate in esame 800 pratiche, Reluis ne ha lavorate 950 e Cineas 1200. Noi, da parte nostra, ce la stiamo mettendo tutta. Del resto, dopo un avvio macchinoso per tutta una serie di motivi, anche a seguito di incontri con le associazioni e gli ordini professionali, adesso il meccanismo è ben oliato e si è messo a funzionare di buona lena. Lo stesso Cineas, che faceva le verifiche in remoto, adesso ha quattro-cinque persone fisse all’Aquila in stretto collegamento con i professionisti del posto con i quali ci sono colloqui continui e costanti ».
«PROGETTISTI LENTI». Ma non doveva finire dutto in 60 giorni? Evidentemente, quello che c’è scritto sulle ordinanze trova poca rispondenza nella realtà. Il dirigente della Protezione civile punta il dito contro i progettisti. «Alcuni di essi, certamente non tutti, non si sono adeguati di fronte a questo tipo di procedura. Chi lamenta l’eccessiva fiscalità delle verifiche finge di non sapere che, trattandosi dell’assegnazione di soldi pubblici, i controlli di questo tipo sono assolutamente indispensabili, così come sono importanti le eventuali osservazioni di carattere tecnico che riguardano le modalità della ristrutturazione e dell’adeguamento sismico degli edifici danneggiati dal terremoto. Ci sono anche alcuni accumuli di incarichi di progettisti che presentano le perizie che vanno corretti. Certo, a 11 giorni dalla scadenza il quadro è questo ma bisogna anche dire che le pratiche non rischiano mai la bocciatura, visto che c’è sempre tempo per apportare le integrazioni richieste dai nuclei di valutazione ». Dolce annuncia un- ’ulteriore ordinanza per disciplinare la problematica degli aggregati edilizi che dovranno essere disciplinati dai Comuni con la collaborazione dei tecnici.
PROGETTO CASE. «Piove all’interno di alcune abitazioni del progetto Case a Roio». Lo racconta uno sfollato che ha avuto le chiavi del nuovo alloggio, ha dovuto lasciare obbligatoriamente la sistemazione in albergo ma non è potuto nemmeno entrare nella nuova casa per un’infiltrazione d’acqua all’interno della rete elettrica. Dolce, il «papà» del progetto Case, risponde che «stiamo facendo 5mila appartamenti e qualcosa che va storto ci può sempre stare. In ogni caso, entro la fine dell’anno andremo a consegnare una consistente quota di abitazioni che sono state già completate e arredate, in maniera tale da ridurre i disagi per chi ancora non può tornare in città».
UFFICI CHIUSI. Intanto, alcuni utenti protestano per il fatto che, in concomitanza con il ponte dell’Immacolata Concezione, gli uffici della Fintecna «resteranno chiusi, con grave danno per tutti quelli che, come noi, sono alle prese con il completamento delle pratiche che rappresenta un’urgenza indifferibile per migliaia di aquilani».