Rossini: arresti anche senza avvisi di garanzia
Le perizie salgono a cinque: si indaga anche sull’ex prefettura
L’AQUILA. Gli arresti dei presunti responsabili dei crolli anche senza avvisi di garanzia. Il procuratore della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini, l’aveva sottolineato qualche ora dopo il sisma del 6 aprile. Lo ha ribadito ieri, a pochi giorni dall’attesa svolta dell’inchiesta. «Tutti mi hanno detto: che bisogno c’è di arrestarli? Facciamo solo gli interrogatori», ha spiegato Rossini rispondendo alle domande sull’eventualità di arrestare i presunti responsabili senza indagarli: «Ma ho le mie idee e vedrò al momento opportuno».
Il numero degli indagati per i crolli causati dal terremoto sarà superiore a cinque. «Se si considera che», secondo lo stesso procuratore capo Alfredo Rossini, «per ognuna delle cinque perizie presentate dai consulenti nominati dalla magistratura c’è un indagato principale sui crolli e presunti corresponsabili nella filiera costruttiva e autorizzativa». Sul possibile numero complessivo degli avvisi di garanzia Rossini mantiene il riserbo (ma alla fine saranno diverse decine) «anche perché si stanno ancora approfondendo le perizie».
La Procura però ha i nomi di coloro che sono stati a vari livelli coinvolti nella realizzazione degli edifici crollati: «Abbiamo identificato le persone che possono avere delle responsabilità», ha aggiunto Rossini, «e attraverso il fantastico lavoro della polizia giudiziaria siamo risaliti all’intera filiera costruttiva. Stiamo confrontando questi dati con le perizie per verificare il grado di responsabilità e poi emettere i primi provvedimenti». Qualche giorno fa fonti della Procura avevano evidenziato che entro la prima decade di ottobre ci sarebbe stata la svolta. «Ma potrebbe mancare ancora una settimana abbondante», ha sottolineato ieri Rossini, «se per questo si intendono i primi risultati di valenza processuale. Per fare la stima dei tempi bisogna considerare quanto emergerà dai primi interrogatori degli indagati: allora si deve mettere in preventivo il tempo che manca alla decisione e alla notifica dei primi avvisi di garanzia e contestuale avviso a comparire».
Se il procuratore manterrà la scadenza della prima decade di ottobre per gli avvisi e per gli interrogatori manca almeno una settimana. Facendo il punto sull’inchiesta, comunque vicina alla prima svolta, Rossini ha sottolineato «che in questo momento stiamo lavorando su cinque perizie che sono state depositate e a mano a mano faremo le nostre valutazioni». Finora le perizie annunciate erano quattro e riguardavano: la Casa dello studente, il Convitto nazionale - dove sono morti complessivamente undici giovani - l’università e l’ospedale. Oggi il procuratore ha aggiunto la quinta non rivelando a quale struttura è riferita (si tratterebbe del palazzo della prefettura). Comunque, pare ormai certo che i primi indagati saranno relativi alla Casa dello studente e al Convitto nazionale, dove si sono concentrati le maggiori attenzione dei consulenti per rilievi e carotaggi. Lo scorso 3 ottobre, dall’inchiesta della Procura è emerso che erano fragili i pilastri della Casa dello studente in via XX Settembre. Il giorno prima il procuratore aveva garantito che non ci saranno prescrizioni nell’inchiesta.
Il capo della Procura, poi, non ha escluso il dolo eventuale accanto alle ipotesi di altri reati di natura comunque colposa. «C’è il dolo eventuale», ha spiegato, «quando si attua una condotta illecita per la quale si accetta il rischio di causare un certo evento». In astratto si ipotizza che un costruttore abbia realizzato un edificio non osservando le prescrizioni di legge pur consapevole del serio rischio di crollo. Una valutazione che potrebbe aggravare le imputazioni ma che è comunque subordinata all’esame delle perizie che stanno arrivando sul tavolo dei magistrati Rossini e Fabio Picuti. In relazione alla grande mole di lavoro prodotto finora, Rossini ha ringraziato i vigili del fuoco che lo hanno reso possibile «portando via una quantità interminabile di macerie e consentendo i sopralluoghi alle fondamenta». (r.rs.)
Il numero degli indagati per i crolli causati dal terremoto sarà superiore a cinque. «Se si considera che», secondo lo stesso procuratore capo Alfredo Rossini, «per ognuna delle cinque perizie presentate dai consulenti nominati dalla magistratura c’è un indagato principale sui crolli e presunti corresponsabili nella filiera costruttiva e autorizzativa». Sul possibile numero complessivo degli avvisi di garanzia Rossini mantiene il riserbo (ma alla fine saranno diverse decine) «anche perché si stanno ancora approfondendo le perizie».
La Procura però ha i nomi di coloro che sono stati a vari livelli coinvolti nella realizzazione degli edifici crollati: «Abbiamo identificato le persone che possono avere delle responsabilità», ha aggiunto Rossini, «e attraverso il fantastico lavoro della polizia giudiziaria siamo risaliti all’intera filiera costruttiva. Stiamo confrontando questi dati con le perizie per verificare il grado di responsabilità e poi emettere i primi provvedimenti». Qualche giorno fa fonti della Procura avevano evidenziato che entro la prima decade di ottobre ci sarebbe stata la svolta. «Ma potrebbe mancare ancora una settimana abbondante», ha sottolineato ieri Rossini, «se per questo si intendono i primi risultati di valenza processuale. Per fare la stima dei tempi bisogna considerare quanto emergerà dai primi interrogatori degli indagati: allora si deve mettere in preventivo il tempo che manca alla decisione e alla notifica dei primi avvisi di garanzia e contestuale avviso a comparire».
Se il procuratore manterrà la scadenza della prima decade di ottobre per gli avvisi e per gli interrogatori manca almeno una settimana. Facendo il punto sull’inchiesta, comunque vicina alla prima svolta, Rossini ha sottolineato «che in questo momento stiamo lavorando su cinque perizie che sono state depositate e a mano a mano faremo le nostre valutazioni». Finora le perizie annunciate erano quattro e riguardavano: la Casa dello studente, il Convitto nazionale - dove sono morti complessivamente undici giovani - l’università e l’ospedale. Oggi il procuratore ha aggiunto la quinta non rivelando a quale struttura è riferita (si tratterebbe del palazzo della prefettura). Comunque, pare ormai certo che i primi indagati saranno relativi alla Casa dello studente e al Convitto nazionale, dove si sono concentrati le maggiori attenzione dei consulenti per rilievi e carotaggi. Lo scorso 3 ottobre, dall’inchiesta della Procura è emerso che erano fragili i pilastri della Casa dello studente in via XX Settembre. Il giorno prima il procuratore aveva garantito che non ci saranno prescrizioni nell’inchiesta.
Il capo della Procura, poi, non ha escluso il dolo eventuale accanto alle ipotesi di altri reati di natura comunque colposa. «C’è il dolo eventuale», ha spiegato, «quando si attua una condotta illecita per la quale si accetta il rischio di causare un certo evento». In astratto si ipotizza che un costruttore abbia realizzato un edificio non osservando le prescrizioni di legge pur consapevole del serio rischio di crollo. Una valutazione che potrebbe aggravare le imputazioni ma che è comunque subordinata all’esame delle perizie che stanno arrivando sul tavolo dei magistrati Rossini e Fabio Picuti. In relazione alla grande mole di lavoro prodotto finora, Rossini ha ringraziato i vigili del fuoco che lo hanno reso possibile «portando via una quantità interminabile di macerie e consentendo i sopralluoghi alle fondamenta». (r.rs.)