Scuola senza palestra lavori fermi da quattro anni
Ipsiasar, la protesta dei docenti arriva al ministero A rischio i fondi raccolti grazie a una donazione
L’AQUILA. Sono stufi di promesse non mantenute, di fare lezione in una scuola provvisoria e senza palestra. È per questo motivo che i docenti dell’istituto d’istruzione superiore «Leonardo da Vinci-Colecchi» (Ipsiasar, tecnico per geometri, professionale per l’agricoltura e per il commercio) hanno deciso di scrivere direttamente alla Direzione generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione del ministero dell’istruzione – che fa capo a Giovanna Boda – al direttore dell’ufficio scolastico regionale Ernesto Pellecchia e al presidente della Provincia Antonio Del Corvo.
Un documento proposto dai docenti di educazione fisica e approvato all’unanimità dal collegio con a capo il dirigente scolastico Domenico Evangelista lo scorso 17 ottobre. Il Musp (modulo a uso scolastico provvisorio) che ospita l’istituto, a fianco all’ex scuola di Pineta Signorini, infatti, non ha la palestra e le aule, come i corridoi, sono particolarmente strette. Da più di un anno sono iniziati i lavori per la realizzazione di una palestra esterna, ma dopo le fondazioni le opere si sono interrotte.
«La banca Intesa San Paolo, nell’estate 2009, ha donato 650mila euro per la ricostruzione della palestra del nostro istituto», ricordano i docenti nella lettera. Ma dopo oltre quattro anni, della palestra non c’è neanche l’ombra. «I soldi donati dalla banca Intesa San Paolo sono ancora disponibili?», si domandano i docenti. «Quanto tempo è ancora necessario affinché una semplice struttura come quella prevista venga finalmente realizzata?». Interrogativi che restano per il momento senza risposta e ai quali se ne aggiungono anche altri. «Com’è possibile che la Provincia abbia preferito spendere una considerevole somma (si presume intorno ai 50mila euro annui dal 2009 a oggi) per lo svolgimento delle lezioni di educazione fisica negli impianti sportivi privati, anziché realizzare una struttura polivalente, considerata la disponibilità di spazi esistenti esterni alla scuola?», continuano gli insegnanti. «Quest’ultima soluzione è stata proposta più volte dai docenti direttamente all’ufficio di presidenza della Provincia in quanto sicuramente più vantaggiosa economicamente e più funzionale dal punto di vista didattico. Tra l’altro la struttura sarebbe potuta essere messa a disposizione della cittadinanza vista la carenza di impianti sportivi». Suggerimenti che nessuno sembra aver ascoltato. I prof, infatti, sono stati l’ultima volta a ottobre 2012 dal presidente della Provincia che ha assicurato la realizzazione entro dicembre 2012. «Vorremmo sapere di chi sono le responsabilità dirette e indirette che hanno causato tutto ciò e se questi ritardi sono da attribuire a negligenza, noncuranza, incompetenza e quindi a una cattiva gestione della cosa pubblica», concludono i docenti. «Siamo stanchi di essere presi in giro ed essere considerati docenti e alunni di serie B».
Michela Corridore
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