Sisma, dedica la tesina all’amica aquilana
La storia di Elena raccontata da una studentessa lombarda. Ora passeranno l’estate insieme
L’AQUILA. Piccole storie dentro la grande tragedia del terremoto. Storie di amicizia, di impegno scolastico, di estati da passare insieme. Senza dimenticare quanto è accaduto, ma guardando avanti.
Un capitolo del grande libro del post-sisma lo hanno scritto due ragazze, una aquilana e l’altra lombarda. E così, la storia dell’aquilana Elena Prosperococco è entrata nella tesina della sua amica Alessia Randisi, che frequenta la terza A della scuola secondaria di primo grado “Giovanni XXIII” di Renate (Monza e Brianza). E se prima del 24 agosto dell’anno scorso il terremoto, per Alessia, era soltanto quello vissuto nei racconti dell’amica aquilana, con la scossa di Amatrice anche lei ha avvertito quelle sensazioni, anche se in forma ridotta, durante un periodo di vacanza trascorso insieme a Giulianova. Da lì è nata l’idea di scrivere una tesina da presentare all’esame di terza media con la storia del terremoto aquilano. Sensazioni ed emozioni rivissute dalla stessa Elena, che ha assistito alla prova della coetanea. Le due ragazze hanno indossato, per l’occasione, una maglietta con una frase di Francesco Petrarca “Terremoti, non v’è rimedio alcuno. Se il cielo ci minaccia con le folgori, pure si trova scampo nelle caverne…. Ma contro i terremoti non vale la fuga, non giovano nascondigli...». La loro storia è stata raccontata sulle pagine del Giornale di Carate.
L’aquilana Elena, che frequenta le superiori e gioca a rugby, all’epoca del terremoto aveva sei anni. «La mia migliore amica è morta sotto le macerie», ha raccontato, «e la stessa sorte è toccata a mia zia. Fortunatamente la mia famiglia si è salvata, ma abbiamo visto la nostra casa crollare davanti a noi. Mia madre è stata brava: ha fatto vivere me e le mie sorelle come in una sorta di fiaba. Adesso siamo cresciute e aspettiamo di rientrare in una nuova casa».
Un capitolo del grande libro del post-sisma lo hanno scritto due ragazze, una aquilana e l’altra lombarda. E così, la storia dell’aquilana Elena Prosperococco è entrata nella tesina della sua amica Alessia Randisi, che frequenta la terza A della scuola secondaria di primo grado “Giovanni XXIII” di Renate (Monza e Brianza). E se prima del 24 agosto dell’anno scorso il terremoto, per Alessia, era soltanto quello vissuto nei racconti dell’amica aquilana, con la scossa di Amatrice anche lei ha avvertito quelle sensazioni, anche se in forma ridotta, durante un periodo di vacanza trascorso insieme a Giulianova. Da lì è nata l’idea di scrivere una tesina da presentare all’esame di terza media con la storia del terremoto aquilano. Sensazioni ed emozioni rivissute dalla stessa Elena, che ha assistito alla prova della coetanea. Le due ragazze hanno indossato, per l’occasione, una maglietta con una frase di Francesco Petrarca “Terremoti, non v’è rimedio alcuno. Se il cielo ci minaccia con le folgori, pure si trova scampo nelle caverne…. Ma contro i terremoti non vale la fuga, non giovano nascondigli...». La loro storia è stata raccontata sulle pagine del Giornale di Carate.
L’aquilana Elena, che frequenta le superiori e gioca a rugby, all’epoca del terremoto aveva sei anni. «La mia migliore amica è morta sotto le macerie», ha raccontato, «e la stessa sorte è toccata a mia zia. Fortunatamente la mia famiglia si è salvata, ma abbiamo visto la nostra casa crollare davanti a noi. Mia madre è stata brava: ha fatto vivere me e le mie sorelle come in una sorta di fiaba. Adesso siamo cresciute e aspettiamo di rientrare in una nuova casa».