SPERPERO miliardario
L’AQUILA. Le piastre del Progetto Case potrebbero non essere abbattute. Ma lo Stato rischierebbe di dover restituire 350 milioni di euro all’Unione europea. I Map, Moduli abitativi provvisori, invece,...
L’AQUILA. Le piastre del Progetto Case potrebbero non essere abbattute. Ma lo Stato rischierebbe di dover restituire 350 milioni di euro all’Unione europea. I Map, Moduli abitativi provvisori, invece, dovranno essere smantellati. Lo afferma la Corte dei conti europea, nell’estratto di una sentenza del 2013 in risposta al ricorso di un componente della Commissione europea, contro l’utilizzo dei 493 milioni di euro elargiti dall’Ue tramite il Fondo di solidarietà (350 milioni per il Progetto Case e 144 milioni per i Map). Ma perché il governo rischia di dover restituire 350 milioni di euro?
Questo è il principio enunciato dalla Corte dei conti europea: «Il Progetto Case (“Complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili”), sebbene rispondente alle effettive necessità, non avrebbe rispettato le specifiche disposizioni del regolamento Fsue (Fondo di solidarietà dell’Unione europea), perché tramite il progetto sono stati costruiti edifici permanenti invece di case provvisorie (come nel caso dei Map, ndr), assorbendo il 70% del finanziamento, 350 milioni di euro».
«La strategia prescelta per il Progetto Case», si legge nella nota del 2013 della magistratura contabile Ue, «ha soddisfatto le necessità abitative di 15.000 delle persone colpite dal sisma del 2009, ma non ha risposto in modo tempestivo e con sufficiente capacità agli effettivi bisogni della popolazione. Gli edifici costruiti nell’ambito del Progetto Case sono stati molto più cari rispetto a quelli costruiti in situazioni normali». Secondo la Corte dei conti, proprio perché doveva trattarsi di alloggi temporanei, i costi dovevano essere inferiori a quelli di edifici normali.
E, infatti, aggiunge: «Il regolamento Fsue dispone che il Fondo possa essere utilizzato unicamente per “interventi di emergenza (“essential emergency operations”), inclusa la realizzazione di “misure provvisorie di alloggio” (“temporary accomodation”). Il regolamento», prosegue la Corte dei conti europea, «non contempla il finanziamento di progetti di vera ricostruzione. Il campo di azione dell’Fsue è limitato alle più urgenti necessità, mentre la ricostruzione a più lungo termine deve essere lasciata ad altri strumenti. A giudizio della Corte, quindi, il Progetto Case, che ha fornito una sistemazione alloggiativa duratura e sostenibile, non ha rispettato gli obiettivi dell’Fsue. Per di più si prevede che quegli appartamenti generino in futuro notevoli entrate, sebbene il regolamento istitutivo del Fondo non preveda tali eventualità».
A riportare il problema del Progetto Case al centro dell’attenzione è stata mercoledì l’evacuazione di una piastra a Coppito 2, dove 70 persone sono state costrette in un’ora a fare i bagagli e lasciare gli alloggi perché i tecnici comunali hanno scoperto da un sopralluogo – dopo la segnalazione di un assegnatario – che le colonne portanti dell’edificio, che poggia sulla piastra antisismica, sono marce. È la 23ª piastra – delle 185 costruite in tutta fretta dal governo Berlusconi nei sei mesi dopo il sisma 2009 e costate 1 miliardo e 50 milioni di euro – che viene evacuata dal comune dell’Aquila negli ultimi tre anni per problemi di cedimenti strutturali. Di queste, 12 dovranno sicuramente essere abbattute, come ha già anticipato il Comune nei mesi scorsi, perché non più recuperabili.
A rinfocolare le polemiche e portare il Progetto Case anche al centro della campagna elettorale dei sette candidati sindaci, è stato il primo cittadino uscente, Massimo Cialente, con un annuncio-choc sulle colonne del Centro e ripreso dai media nazionali: i 5.000 alloggi del Progetto Case dovranno essere abbattuti. Cialente, però, ha poi corretto il tiro, chiarendo che solo quelli finanziati dall’Ue vanno demoliti. Ma come si fa a stabilire quali sono stati finanziati con i fondi del Fsue e quali dallo Stato italiano? Oggi, intanto, come ha assicurato l’assessore Fabio Pelini, saranno completate le assegnazioni per le 70 persone rimaste senza casa dopo l’evacuazione della piastra a Coppito 2.
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