Sulmona, ospedale a rischio terremoto dal 2008

Primo lotto della nuova struttura pronto alla fine del 2017. Ma per trasferire la vecchia ala si aspettano i container

SULMONA. L’allarme risale a otto anni fa. L’ala vecchia dell’ospedale di Sulmona «non riuscirebbe a reggere una scossa di magnitudo medio-elevata». È quanto emerso nel 2008 nella prima relazione commissionata all’Università dell’Aquila, poi confermata dal parere di un professionista bolognese a cui la Asl si era rivolta nel 2010. L’anno successivo la vulnerabilità sismica della parte più vecchia dell’Annunziata era stata confermata dall’allora direttore sanitario della Asl, Libero Colitti, incalzato da Edoardo Facchini, presidente del Tribunale per i diritti del malato.

Dopo otto anni e i tre terremoti dell’Aquila, Amatrice e Norcia nulla è stato fatto sull’ospedale dell’Annunziata. Se non la scelta, avviata due anni fa, di costruire una nuova struttura da quasi 20 milioni di euro in moduli prefabbricati. Va però ricordato l’adeguamento sismico dell’ala nuova nei mesi scorsi. Solo il punto nascita è stato trasferito. Procedono a rilento anche gli interventi sull’Annunziata bis, il cui cantiere sarebbe dovuto essere all’avanguardia anche per tempi e modi di costruzione, trattandosi di strutture prefabbricate. E invece sono più di 14 i mesi di ritardo accumulati sui lavori del nuovo ospedale. Ritardi anche sui container per il trasloco di reparti e servizi dell’ala vecchia, annunciati all’indomani del sisma del 24 agosto in Centro Italia e che doveva essere montati nei due mesi successivi. Otto anni dopo tarda ancora a concretizzarsi l’operazione sicurezza dell’ospedale sulmonese, così come l’aveva battezzata il manager della Asl, Rinaldo Tordera. La realizzazione dei moduli che dovranno ospitare la nuova struttura si è persa fra lungaggini burocratiche, permessi vari e rimpalli di responsabilità. Eppure l’11 dicembre di due anni fa era stata posata la prima pietra. Secondo il cronoprogramma iniziale, il primo lotto doveva essere pronto per gennaio 2016, adesso slittato all’autunno del 2017.

«Il cronoprogramma sulla realizzazione del nuovo ospedale di Sulmona è quello già comunicato e ampiamente noto», interviene Tordera, «si ribadisce che il primo lotto dei lavori verrà completato entro la fine del 2017. Sull’ospedale di Sulmona ci sono massima attenzione e impegno, vista l’importanza che il presidio riveste per tutto il territorio».

Se i tempi per l’ospedale nuovo sono noti, seppur con ritardo accumulato, restano incerti quelli dei container per l’ala vecchia dell’Annunziata, già dichiarata inagibile prima del sisma del 2009. Per questo il progetto dell’Annunziata bis prevede la demolizione della parte più vecchia dell’ospedale. Perciò in molti, Tribunale per i diritti del malato in testa, hanno bollato come uno spreco di denaro pubblico l’uso di strutture provvisorie, visti i lavori in corso sulla nuova struttura. «Per quanto riguarda il ricorso ai container, da collocare all’esterno dell’attuale ospedale di Sulmona, nell’ottica dell’adozione delle misure necessarie in funzione della sicurezza degli utenti, l’operazione procede secondo quanto stabilito», aggiunge Tordera, «gli uffici competenti stanno compiendo tutte le valutazioni necessarie in modo da definire i vari aspetti dell’operazione, che è piuttosto complessa, per stabilire procedure, modalità, tempi e costi; ciò al fine di giungere alla predisposizione del bando di gara».

Le norme antisismiche e di sicurezza in una zona sismica di massimo livello, come è catalogata quella di Sulmona, impongono una serie di accortezze e prescrizioni, che non erano in vigore al momento della costruzione della parte nuova della struttura, costruita nel 1977. Erano, forse, appena abbozzate nel 1959, anno di ultimazione della parte vecchia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA