Sulmona, tre bebè in 24 ore nel reparto da chiudere
Il Punto nascita dell’ospedale inverte la tendenza grazie alla recente tecnica del parto indolore
SULMONA. Tre parti in un giorno nel Punto nascita dell’ospedale dell’Annunziata. E otto in due settimane. La tecnica del parto indolore e lo spostamento nell’ala nuova della struttura richiamano sempre più mamme. Due variabili decisive, che stanno cambiando la tendenza degli ultimi anni, con i parti in costante e perenne calo. Discesa libera che ha portato il reparto nella lista nera di quelli da chiudere perché con meno di 500 parti annui. Proprio ieri è nato Riccardo De Santis, figlio di una donna aquilana che ha scelto Sulmona per dare alla luce il suo primogenito. Dopo la giornata “trafficata” di ieri, con ben tre donne in travaglio che hanno partorito in analgesia in reparto si torna a sperare.
L’obiettivo è quello di far salire il numero dei parti, rispetto agli appena 50 registrati nei mesi scorsi, che confermano il trend dei 197 del 2015 e dei 247 del 2014, meno della metà della soglia minima dei 500 da raggiungere per ottenere la salvezza. La tecnica in analgesia offre alle future mamme la possibilità di gestire il parto in autonomia e senza sofferenze, grazie a una miscela gassosa composta a metà da ossigeno e protossido d’azoto. Un analgesico, dunque, per veicolare il più possibile il messaggio del parto come fenomeno naturale e non traumatico. In pratica le partorienti, adeguatamente preparate dal personale, vengono fornite di una mascherina da cui decidono in autonomia quantità e tempo di erogazione del gas che allevia il dolore e che viene poi facilmente smaltita dai polmoni.
Un’opportunità che sta cambiando le sorti già di altri punti nascita in Italia, come quello di San Marino, condannato sempre alla chiusura, dove in pochi mesi si è registrato un picco di 150 parti. Impennata a cui punta da tempo anche il personale medico e paramedico, alle prese da tempo con mancati investimenti e la minaccia di continua chiusura che non ha fatto altro che aumentare la disaffezione delle mamme nei confronti della Maternità sulmonese. Ha pesato sul calo drastico dei parti anche l’ubicazione del reparto, che fino a qualche mese fa si trovava al terzo piano dell’ala vecchia inagibile dell’ospedale, che ha scoraggiato non poco le future mamme soprattutto dopo il terremoto del 2009.
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