Sulmona, verità sugli incendi: «Il rimboschimento, affare per la mafia»

10 Settembre 2017

Il comitato Giustizia per il Morrone pronto a denunciare omissioni e ritardi nello spegnimento dei devastanti roghi

SULMONA. Hanno deciso di far fronte comune per non fermarsi alle critiche e alle polemiche. Un fronte civico pronto a scavare a fondo alla ricerca della verità per neutralizzare da subito le possibili infiltrazioni mafiose che puntano all’affare del rimboschimento. Ma anche per far piena luce sulle responsabilità penali, politiche e istituzionali dell’emergenza incendi. È il comitato “Giustizia per il Morrone”, che ieri mattina si è presentato spiegando le azioni che saranno messe in campo già da subito. Prima tra tutte la richiesta ai vari enti e amministrazioni coinvolti nell’emergenza incendi, di accesso agli atti.

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«Un fronte civico che scavi nelle responsabilità di quanto accaduto in venti giorni con un incendio che ha ferito la nostra montagna. Noi collaboreremo con la magistratura per arrivare a individuare chi ha commesso questo scempio», ha detto l’avvocato Teresa Nannarone, tra i promotori del comitato, «ma intendiamo far venire a galla tutte le responsabilità di chi si è mosso in ritardo o non si è mosso affatto per scongiurare un incendio che ha devastato migliaia di ettari di boschi e colpito al cuore il nostro territorio».
Oltre alla Nannarone fanno parte del comitato . Con loro anche Maurizio Balassone, Roberto Ranalli, Mimì D’Aurora, Massimo Pellegrini e Augusto De Santi. Sostenuto sui social da oltre mille cittadini, nelle ultime ore hanno aderito al movimento n anche consiglieri comunali, partiti politici, associazioni, giornalisti e testate on-line.
«L’istanza di accesso civico sarà lo strumento fondamentale della nostra azione», ha spiegato l’avvocato Gianluca Lanciano, «attraverso comunicazioni ufficiali e atti, delibere della Regione e dei Comuni e altra documentazione, metteremo insieme tutti gli elementi per fare luce sugli enormi costi delle operazioni di spegnimento, sui ritardi, sulle omissioni di chi aveva le competenze per poter operare».
Un’azione che il comitato proseguirà anche nelle fasi successive, quelle del risanamento della montagna e di un suo eventuale rimboschimento.
Ma nell’incontro di presentazione del comitato non sono mancate frecciate all’indirizzo di Regione, Comune di Sulmona e Parco nazionale della Maiella.
Mimì D’Aurora, ex leader della Cgil peligna e oggi esponente dell’associazione “Dalla parte dell’orso”, ha sottolineato che «è inaccettabile che rappresentanti delle istituzioni considerino le stesse come loro proprietà, diventando addirittura insofferenti alle critiche».
E a proposito della condotta del Parco nazionale Maiella D’Aurora ha parlato del «fallimento di una politica che in posti di responsabilità sceglie le persone per una sorta di fedeltà e non per capacità e competenza». Dopo il consiglio comunale di Sulmona, anche la maggioranza e la minoranza del Comune di Pratola Peligna si sono pronunciate contro l’ipotesi di un rimboschimento immediato del Morrone, come annunciato nei giorni scorsi, quando la montagna era in fiamme, dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso e dall’assessore regionale Andrea Gerosolimo. Una pronuncia accolta con favore dal comitato che ha anche messo in guardia dai rischi che ora corrono le frazioni ai piedi del Morrone, con le intemperie della prossima invernata.
L’incendio devastante, che si è sviluppato su più fronti, ha infatti ferito e spogliato la montagna di arbusti rendendola più fragile in presenza di possibili piogge torrenziali e abbondanti nevicate.
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