IL TERZO CROLLO A CESE DI PRETURO
Tagliare i balconi marci costa 400mila euro
Il Comune cerca di correre ai ripari, avviata la rimozione delle parti pericolanti nelle zone del Piano Case ancora abitate
L’AQUILA. Via Gian Maria Volonté al Progetto Case di Cese di Preturo è chiusa con una sbarra di ferro. Per entrare nel piccolo complesso bisogna passare per una stradina sterrata.
CASE SBRICIOLATE. Subito dopo un piccolo orto, in questa stagione pieno di cavoli, si entra in quello che una volta era lo spazio giochi tra le palazzine del Progetto Case (complessi antisismici, sostenibili, ecocompatibili), nate dopo il terremoto del 2009 per dare un tetto ai terremotati aquilani.
Complessivamente 4.449 appartamenti deliberati a maggio 2009, consegnati entro l’inizio dell’anno successivo e che hanno ospitato fino a 15mila senzatetto. Oggi, dopo il crollo del settembre del 2014 di un balcone di una palazzina all’estremo Ovest, seguito dal crollo di un altro balcone l’anno dopo e il cedimento di un terzo balcone nella palazzina rivolta verso Preturo, tutta la zona Sud-Ovest del complesso di Cese di Preturo è stata dichiarata inagibile.
CITTÀ FANTASMA. Al centro del piccolo spazio con i giochi dei bambini l’erba è alta. Non c’è segno di vita. Anzi, il vento che attraversa gli spazi, fa sbattere gli stipiti e le cassette della posta, riporta alla mente le scene di certi film western. Una ghost-town, una vera e propria città fantasma. Manca solo la musica di Ennio Morricone e si potrebbe immaginare di incontrarlo per davvero, il compianto Gian Maria Volonté, impegnato nel duello con Clint Eastwood. Ma questo non è un set, non ci sono luci, solo degrado, i giochi rotti, erba alta e cartacce portate dal vento. In un angolo una grossa busta nera piena di scatolette vuote di cibo per i gatti. E poi i balconi tutti puntellati.
L’unico che non era stato puntellato era proprio il gemello dei due balconi caduti sul lato Ovest, quello più lontano rispetto alle case del quartiere. Proprio quello crollato nei giorni scorsi. Naturale che nessuno si sia accorto del crollo. Un balcone manca del tutto, si vede bene che è stato tagliato. È quello che è stato portato via per essere analizzato per il processo in corso a Piacenza che coinvolge i costruttori e chi non ha vigilato sulla qualità di uno spicchio di Progetto Case che la Corte dei Conti certifica essere costato 1310 euro a metro quadro per la parte abitabile. Sommando tutti i costi, però, c’è chi ritiene che alla fin fine un metro quadro di calpestabile sia venuto a costare ben 2.800 euro.
BALCONI DA TAGLIARE. Il vicesindaco Guido Quintino Liris ha annunciato che il Comune è impegnato a rimuovere i balconi pericolanti, e sta cominciando dalle zone ancora abitate. «L’area di Cese di Preturo era interdetta dal 2016», ha spiegato, «e quindi, per iniziare i lavori di rimozione dei balconi, abbiamo deciso di partire da altre zone abitate». Uno “scherzo”, quello della rimozione dei balconi, che costerà qualcosa come 400mila euro, «e purtroppo queste spese se le dovrà accollare tutte il Comune», conferma lo stesso Liris.
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