Tendopoli smantellate entro la settimana
Prevista la consegna di 160 edifici (su 184) del progetto Case per la metà di dicembre.
L’AQUILA. È iniziata ieri l’ultima settimana di vita delle tendopoli aquilane post-terremoto. L’annuncio della Protezione civile non lascia adito a dubbi: non resterà in piedi un solo campo di accoglienza. Contestualmente, entro metà dicembre, saranno consegnati 160 dei 184 edifici del progetto Nuove Case. Per gli altri 24 bisognerà attendere il mese di gennaio. È il direttore dell’Ufficio Gestione delle emergenze del dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, a dettare i tempi della dismissione. «Abbiamo avviato le operazioni per lo smantellamento finale delle tendopoli», spiega, «e questo rappresenta un risultato importante. Sono stati sette mesi difficili per chi li ha vissuti in tenda, malgrado i campi fossero dotati di buone strutture per affrontare l’emergenza».
I NUMERI. Fino a ieri erano 144 le persone ancora sotto le tende. Sedici all’Aquila, così suddivise: 9 nell’area di accoglienza dell’Acquasanta, 4 nell’area Globo e 3 alla stazione ferroviaria. Il numero più cospicuo di sfollati (79) vive ancora nella tendopoli di Fossa; altri 49 a Sant’Eusanio Forconese compresi quelli di Casentino. Tra alberghi e case private sono 18.919 le persone sotto la tutela della Protezione civile. In 11.620 risiedono tra alberghi e caserme, altri 7.299 nelle case private. Sono 1.546, infine, gli sfollati accolti nelle cosiddette strutture di permanenza temporanea: 1.216 nelle case della Guardia di finanza, 330 nella caserma Campomizzi. In totale la popolazione assistita si attesta sui 20.609.
LE NUOVE CASE. Entro metà dicembre, come detto, si prevede di consegnare 160 dei 184 edifici destinati a persone che hanno perso la casa nel terremoto del 6 aprile scorso, gli altri 24 a gennaio. Lo ha detto ieri a Napoli uno dei cinque collaudatori degli edifici, Edoardo Cosenza, del dipartimento di Ingegneria strutturale dell’università Federico II di Napoli. «Finora abbiamo collaudato 120 edifici e stiamo lavorando a pieno ritmo», ha aggiunto a margine del convegno sulla costruzione nelle zone sismiche organizzato dall’Ordine dei geologi di Napoli. Complessivamente gli edifici (nei quali si trovano 24 abitazioni, da monolocali ad appartamenti con tre stanze) sono in grado di accogliere da 16.000 a 18.000 persone. Tutti gli edifici, ha spiegato Cosenza, «sono isolati sismicamente in quanto poggiano su un sistema di oscillatori a pendolo con attrito»: se sollecitato da un terremoto, il sistema oscilla compiendo una sorta di rotazione che alla fine lo riporta al punto di partenza.
STUDIO RICOSTRUZIONE. Uno studio sugli effetti del sisma in Abruzzo al fine di contribuire alla corretta ricostruzione dei centri storici e la formazione sul campo di 10 laureandi in ingegneria ed architettura delle Università di Firenze. Lo prevede un’analisi condotta nel Comune di San Pio delle Camere da 10 studenti dell’ateneo fiorentino i cui risultati sono stati illustrati in Consiglio regionale della Toscana.
I NUMERI. Fino a ieri erano 144 le persone ancora sotto le tende. Sedici all’Aquila, così suddivise: 9 nell’area di accoglienza dell’Acquasanta, 4 nell’area Globo e 3 alla stazione ferroviaria. Il numero più cospicuo di sfollati (79) vive ancora nella tendopoli di Fossa; altri 49 a Sant’Eusanio Forconese compresi quelli di Casentino. Tra alberghi e case private sono 18.919 le persone sotto la tutela della Protezione civile. In 11.620 risiedono tra alberghi e caserme, altri 7.299 nelle case private. Sono 1.546, infine, gli sfollati accolti nelle cosiddette strutture di permanenza temporanea: 1.216 nelle case della Guardia di finanza, 330 nella caserma Campomizzi. In totale la popolazione assistita si attesta sui 20.609.
LE NUOVE CASE. Entro metà dicembre, come detto, si prevede di consegnare 160 dei 184 edifici destinati a persone che hanno perso la casa nel terremoto del 6 aprile scorso, gli altri 24 a gennaio. Lo ha detto ieri a Napoli uno dei cinque collaudatori degli edifici, Edoardo Cosenza, del dipartimento di Ingegneria strutturale dell’università Federico II di Napoli. «Finora abbiamo collaudato 120 edifici e stiamo lavorando a pieno ritmo», ha aggiunto a margine del convegno sulla costruzione nelle zone sismiche organizzato dall’Ordine dei geologi di Napoli. Complessivamente gli edifici (nei quali si trovano 24 abitazioni, da monolocali ad appartamenti con tre stanze) sono in grado di accogliere da 16.000 a 18.000 persone. Tutti gli edifici, ha spiegato Cosenza, «sono isolati sismicamente in quanto poggiano su un sistema di oscillatori a pendolo con attrito»: se sollecitato da un terremoto, il sistema oscilla compiendo una sorta di rotazione che alla fine lo riporta al punto di partenza.
STUDIO RICOSTRUZIONE. Uno studio sugli effetti del sisma in Abruzzo al fine di contribuire alla corretta ricostruzione dei centri storici e la formazione sul campo di 10 laureandi in ingegneria ed architettura delle Università di Firenze. Lo prevede un’analisi condotta nel Comune di San Pio delle Camere da 10 studenti dell’ateneo fiorentino i cui risultati sono stati illustrati in Consiglio regionale della Toscana.