Terremotati morosi all'Aquila, a luglio primi sfratti da Progetto case e Map
Pugno di ferro del Comune. Il sindaco: "Detrarremo le cifre non pagate dal contributo della ricostruzione"
L’AQUILA. «Siamo andati incontro agli assegnatari dei Map e del Progetto Case in ogni modo. Eppure c’è ancora chi si ostina a non pagare. Noi andremo fino in fondo, i morosi pagheranno tutto, e con gli interessi».
Non usa giri di parole il sindaco Massimo Cialente che ieri pomeriggio, in una conferenza stampa, a distanza di una settimana dal precedente proclama lanciato dalla stessa sede comunale, ha fatto il punto sulla situazione del pagamento dei canoni e delle utenze da parte degli inquilini del progetto Case e dei Map.
Seduti allo stesso tavolo il direttore del Sed Adolfo Paravano, e i dirigenti Enrica De Paulis e Domenico de Nardis.
«Attaccheremo le disponibilità personali dei morosi con ogni arma a nostra disposizione», ha annunciato Cialente. «Intanto è in corso la procedura di sgombero per le prime 45 famiglie, sistemate a Bazzano e Sant’Antonio, per le quali è scattata la revoca per morosità del 100% del pagamento dei canoni».
Dopo due solleciti e la lettera di revoca, il mese prossimo arriverà lo sgombero. «Per i morosi trasmetteremo i dati alla prefettura e alla Guardia di finanza», ha aggiunto Cialente, «e recupereremo le somme dovute con ogni mezzo, anche bloccando le quote destinate alla ricostruzione delle parti private delle loro abitazioni».
«Se è vero che non possiamo toccare le somme delle parti condominiali», ha spiegato l’avvocato del Comune Domenico de Nardis, «non è scritto da nessuna parte che non si possano pignorare le somme delle parti private. Anzi, nella nuova legge sulla ricostruzione in parlamento, all’articolo 22, relativamente ai casi di pignorabilità di tali somme, si parla esplicitamente di debiti erariali. Ciò vuol dire – ad esempio – che qualcuno tornerà a casa senza avere le porte, perché quella spesa verrà tagliata per recuperare i canoni non pagati. Oppure decurteremo i rimborsi del deposito per i mobili».
Nel corso della conferenza stampa, la prima stoccata il sindaco l’ha riservata al centrodestra cittadino, «assolutamente irresponsabile e immaturo». Quindi l’attacco a chi cerca ogni escamotage per non pagare.
«C’è un verbale dei carabinieri in cui si fa riferimento a un contatore dal quale è stata rimossa la pila così da non poter segnare i consumi reali. Se guardate i dati relativi ai consumi, si scopre che chi sta al piano terra consuma molto di più rispetto a chi sta al piano superiore. E a chi abita sopra e dice di non aver acceso i riscaldamenti, diciamo che ha potuto farlo perché al piano di sotto c’è chi ha scaldato per tutti».
I dati snocciolati sono impietosi: su 15 milioni di bollette dal 2010 a oggi, è stato pagato solo il 61%, con un tasso di morosità attestato quasi al 40%. Nel 2014 era stato richiesto un acconto, ma su un consumo di oltre tre milioni la somma pagata è stata poco più della metà, mentre dei 633mila euro di consumi registrati nel primo bimestre dell’anno, nelle casse del Comune è rientrato solo il 16,6%.
«Basta», ha tuonato Cialente, «non è giusto che queste somme vengano pagate dagli altri aquilani. Se la maggioranza non sarà d’accordo ci penserà il commissario prefettizio». Intanto i residenti dei Map di Bagno, come forma di contestazione «contro pagamenti per servizi che non abbiamo, vedi ascensori e altre voci inesistenti, o sui quali i cittadini provvedono da soli», hanno riconsegnato le lettere al Comune in attesa degli eventi.
Raniero Pizzi
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