TERREMOTOIl Censis: "Bene nell'emergenza ma L'Aquila è ancora città fantasma"

Il rapporto 2009: "Quello che fino al 6 aprile era il cuore pulsante è ancora oggi sostanzialmente una città fantasma"

La gestione del post-terremoto all' Aquila è stata efficace e rapida per quanto riguarda la fase d'emergenza, la sistemazione dell'alto numero di sfollati e la realizzazione del progetto Case, ossia le nuove unità abitative. Ma per quanto riguarda il centro storico - la zona più colpita - e la ricostruzione cosiddetta 'pesante' degli edifici distrutti o gravemente inagibili (74% del totale), si rileva un ritardo e "quello che fino al 6 aprile era il cuore pulsante del capoluogo è ancora oggi sostanzialmente una città fantasma, presidiata dall'esercito e inaccessibile senza permessi".

Lo rileva il Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese 2009  del Censis, sottolineando come "la ricostruzione vera e propria ponga interrogativi importanti". Per esempio, la ricostruzione degli edifici solo in parte o temporaneamente inagibili (15%, classificati come B e C) "in teoria avrebbe dovuto poter essere realizzata in tempi molto contenuti, tramite affidamenti diretti da parte dei privati alle imprese". Mentre "vi sono stati numerosi problemi legati a ritardi (incertezze sugli indirizzi tecnici, passaggi burocratici) che hanno rallentato le pratiche per l'accesso ai finanziamenti".