Tommy, travolto da un auto: due anni per la donna alla guida, in tre rinviati a giudizio

5 Febbraio 2025

Per tutti l’accusa è di omicidio stradale: dopo aver patteggiato, la donna alla guida dell’auto ha ottenuto una condanna a due anni, mentre sono rinviati a giudizio il dirigente scolastico, il responsabile della prevenzione e il direttore dei lavori del complesso scolastico

L’AQUILA. Una condanna a due anni, con i benefici di legge, per la donna conducente dell'auto che, dopo essersi sfrenata, travolse e uccise il piccolo Tommaso D'Agostino, 4 anni, davanti alla scuola I Maggio alla periferia dell'Aquila, e rinvio a giudizio per gli altri tre imputati. Queste le decisioni del giudice per le udienze preliminari del tribunale dell'Aquila, Guendalina Buccella, per quanto avvenne il 18 maggio 2022. L'accusa è di omicidio stradale per tutti, a seconda delle loro responsabilità e dei diversi ruoli. Radostina Zhorova Balabanova, 39 anni, per andare a riprendere i figli, nella scuola frequentata anche dal piccolo Tommaso, parcheggiò la macchina all'inizio della discesa che conduceva alla struttura e scese, il mezzo piombò su un gruppo di bambini che giocavano. La donna ha patteggiato 2 anni, mentre sono stati rinviati a giudizio la dirigente scolastica, Monia Lai, con Bruno Martini, responsabile del servizio prevenzione dell'istituto comprensivo Mazzini di cui fa parte la scuola dell'infanzia, e Antonello Giampaolini, responsabile del settore edilizia scolastica del Comune dell'Aquila e direttore dei lavori nell'appalto in quel complesso scolastico. I tre compariranno davanti al tribunale per il processo il prossimo 9 aprile.

Nell'incidente rimasero feriti quattro bambini, alcuni in maniera piuttosto grave, e molti, sotto shock, furono assistiti dagli psicologi. Secondo l'accusa, la donna, parcheggiando la macchina in un'area esterna in discesa adibita a giochi, sarebbe uscita senza azionare il freno di stazionamento. Stando anche alla ricostruzione dei periti nominati dalla Procura, l'altro figlio della donna, undicenne, rimasto sull'auto avrebbe mosso la leva del cambio causando il movimento del veicolo che ha investito i bambini nel cortile, uno spazio delimitato da una rete non ancorata correttamente a terra e quindi non a norma. La dirigente scolastica è accusata di avere omesso l'inidoneità del documento di valutazione dei rischi redatto da Martini, non prendendo gli opportuni provvedimenti: secondo il pm, il documento di Martini, neanche sottoscritto da Lai, "era in aperta violazione dei contenuti prescritti dalla legge. 

Era generico e standardizzato con indicazioni di attività e rischi addirittura non attinenti alla scuola Primo Maggio e non conteneva alcuna indicazione sulla gestione degli spazi esterni su cui insisteva la strada e elevata pendenza". Sempre a Lai sono contestate violazioni di regole di comune diligenza essendo pur presente sui luoghi e pur assistendo al parcheggio indiscriminato di auto sulla strada in pendenza. Sarebbe stata quindi consapevole, per l'accusa, del fatto che l'area era protetta da una semplice recinzione e un cancelletto progettato solo per impedire l'uscita dei bambini. A Martini viene contestata l'omissione della valutazione dei rischi e la mancata individuazione delle misure di prevenzione "con negligenza imprudenza e imperizia". Giampaolini è accusato di aver fatto installare una recinzione inidonea alla condizione di spazio limitrofo a luogo di transito, valutando solo la necessità di contenimento e non quella di eliminare il rischio di investimento, pur consapevole dei rischio elevato. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Mauro Ceci, Massimo Carosi, Antonella Pellegrini, Luisa Leopardi, mentre Balabanova è stata difesa dall'avvocato Francesco Valentini