L'INCHIESTA
Tre marsicani e un ex arbitro di serie A in trappola per usura a Rieti
Sono rom residenti ad Avezzano, in manette anche Altobelli. Vittime tartassate dai prestiti con tassi mensili dal 10 al 100 per cento
RIETI. Tre marsicani sono coinvolti nel giro di usura che ha portato a quattro arresti a Rieti. Si tratta di tre rom residenti ad Avezzano ed un reatino, tutti con precedenti specifici di polizia. Due sono in carcere due ai domiciliari. In manette anche l’ ex arbitro di serie A, Luigi Altobelli, 76 anni. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Rieti, in collaborazione con i militari della Compagnia di Rieti e del N.O.R. – Aliquota Radiomobile della Compagnia di Avezzano. al termine delle indagini che andavano avanti da marzo 2016, a seguito della denuncia di un piccolo imprenditore edile di Rieti, preoccupato per gli ammanchi di denaro ingiustificati e lo stato depressivo in cui un parente era sprofondato negli ultimi tempi.
Secondo l'accusa i quattro indagati avrebbero esercitato una fiorente attività di credito in cambio di tassi di interesse di natura usuraria perché superiori al limite legale consentito per legge (circa il 5% annuo). A fronte di un prestito iniziale spesso di poche migliaia di euro, veniva concordato il pagamento mensile di una somma di interessi che andava dal 10 al 100 per cento (120 e 1.200 % annui). In questo modo l’usurato, già di per sé in forte difficoltà economica, non riusciva più a far fronte al proprio debito. Ogni mese riusciva a malapena a pagare gli interessi maturati sul proprio debito iniziale, senza mai riuscire a saldare il prestito iniziale. Così gli arrestati, sempre secondo l'accusa, si garantivano fonti di guadagno mensili fisse e soprattutto a tempo indeterminato poiché nessuna vittima riusciva mai a pagare più della quota mensile di interessi dovuta. Dalle indagini sarebbe emerso come alcune vittime dell'usura non riuscivano nemmeno più a quantificare l’ammontare della somma che avevano già pagato e che ancora dovevano corrispondere al proprio aguzzino.