Uso illecito del telefonino comunale denunciato l'ex sindaco Pacentro

Caparso, attuale consigliere in Provincia, si difende: è il Comune che mi deve soldi

PACENTRO. Il consigliere provinciale ed ex sindaco di Pacentro, Fernando Caparso, è finito sotto inchiesta con l'accusa di peculato per aver utilizzato impropriamente il telefonino del Comune. L'indagine è stata coordinata dai carabinieri. L'ex primo cittadino si difende, però, e promette battaglia. «Sono io che devo avere soldi dal Comune, altro che peculato».

Tutto è partito dalla denuncia di un consigliere di minoranza, il quale si era accorto che Caparso continuava a utilizzare lo stesso numero telefonico che gli era stato assegnato dal Comune, anche dopo la fine del suo mandato. Due anni di telefonate, molte delle quali effettuate dall'estero che avrebbero comportato per le casse comunali una consistente spesa.

La segnalazione è arrivata alla stazione dei carabinieri di Pacentro, i quali si sono immediatamente attivati per verificarne la veridicità.

In tre mesi di indagini hanno controllato i tabulati relativi all'utenza telefonica in conto al Comune: avrebbero accertato che Caparso non aveva mai cessato di utilizzarla, anche dopo l'elezione del nuovo sindaco Salvatore Fiadini.

«È stato proprio lui a dirmi che potevo tenere il telefonino», spiega Caparso, «perché ero quello che politicamente rappresentava il paese anche in virtù del ruolo che ricoprivo nel consiglio provinciale (è stato eletto col Pdl ndc). Mantenere lo stesso numero significava anche evitare di perdere contatti con tutti quelli che lo conoscevano. Nessuno voleva lucrare su questa storia anche perché molte altre volte ho anticipato soldi di tasca mia per il Comune senza che mi siano stati mai restituiti».

E via con l'elenco.

«Tre anni fa, tramite la pro loco di Pacentro», prosegue l'ex sindaco, «ho anticipato con un assegno personale, 1.500 euro per finanziare la squadra di calcio. Lo scorso anno ho tirato fuori, sempre con la promessa che il Comune mi avrebbe rimborsato la cifra, altri 3.000 mila euro e sempre come contributo alla squadra di calcio. Conti alla mano fanno 4.500 euro sborsati da me con assegni circolari e documentabili, che il Comune non mi ha mai rimborsato».

Al sindaco viene invece contestato l'utilizzo illecito del telefono del Comune per tre anni.

«Ho controllato e la spesa si aggira su 700 euro complessivi», aggiunge Caparso, «e facendo un rapido conteggio fanno 3.800 euro che io dovrei incassare come conguaglio. Altro che peculato, sono io che avanzo i soldi dal Comune». Ma l'ex sindaco non si limita alla difesa e punta l'indice verso i suoi accusatori.

«A questo punto pretendo che vengano controllati anche i tabulati di altre utenze telefoniche», sottolinea il consigliere provinciale del centrodestra, «di quelle utenze che erano nella disponibilità dei parenti di chi oggi mi accusa. Che i carabinieri controllino anche queste situazioni».

E nell'attesa che i carabinieri tolgano il coperchio a quella che sembra essere una cattiva abitudine molto frequente nel comune di Pacentro, l'ex sindaco, dovrà difendersi dalle gravissime accuse che gli sono state rivolte.

«Ho piena fiducia nella magistratura», conclude Caparso, «e sono pronto a fornire qualsiasi chiarimento per fare piena luce su una vicenda assurda, che mi sta danneggiando sia sotto l'aspetto morale che sotto l'aspetto politico».

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