Villa Letizia e Villa Dorotea, futuro incerto

3 Marzo 2018

I sindacati: «Molto preoccupati per i 210 addetti delle cliniche che avanzano anche stipendi arretrati»

L’AQUILA. Futuro incerto per i 210 dipendenti della società Presidio Ospedaliero Villa Letizia, proprietaria dell’omonima clinica privata di Preturo e della casa di cura Villa Dorotea di Scoppito. I lavoratori da tempo prendono lo stipendio a singhiozzo, tanto che è stato proclamato lo stato di agitazione del personale. Ma Cgil e Ugl temono che dietro i ritardi nell’erogazione dei salari ci sia una vera e propria crisi aziendale. In un territorio già martoriato, dal punto di vista occupazionale, ci sono dunque altri 200 posti di lavoro a rischio. Ieri si è svolto un tentativo di conciliazione in prefettura. Ma alla riunione era presente, tra tutti i soci di Euroemme srl, che detiene il 100% delle quote della società Presidio Ospedaliero Villa Letizia, solo l’amministratore unico Enrico Vittorini. Alla base dello stato di crisi in cui versa la società ci sarebbe, secondo Vittorini, anche una mancata transazione con la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, che avrebbe consentito un recupero di liquidità. A rinviare l’individuazione di una soluzione, un parere ostativo da parte della Regione. «A oggi», dicono Francesco Marrelli della Fp-Cgil e Giuliana Vespa dell’Ugl Sanità, «i 210 lavoratori devono ancora percepire il saldo della retribuzione di gennaio 2018. Censurando il comportamento dei soci di minoranza, che pur invitati non hanno partecipato alla riunione, in spregio della situazione di estrema precarietà che ogni giorno vivono i lavoratori, abbiamo ribadito la necessità di avere garanzie certe sulla continuità dell’erogazione degli stipendi e richiesto la presentazione di un piano industriale, finalizzato alla salvaguardia dei livelli occupazionali e salariali degli oltre 130 lavoratori di Villa Letizia e degli oltre 80 lavoratori di Villa Dorotea». La mancata transazione con l’azienda sanitaria, denunciata da Vittorini e confermata anche dal rappresentante della Asl presente all’incontro, scaturirebbe da un parere ostativo della Regione Abruzzo, che ancora non trova soluzione. Senza il recupero di liquidità, si sta mettendo a rischio la continuità dell’attività imprenditoriale. «Crediamo che sia interesse di tutti», sottolineano Marrelli e Vespa, «tutelare gli oltre 210 posti di lavoro in un territorio martoriato dalla crisi. Quindi chiediamo di salvaguardare la continuità dei servizi essenziali che le due strutture sanitarie erogano ai cittadini: tali condizioni non possono prescindere dalla tranquillità e dalla garanzia occupazione per il personale dipendente». I due sindacati esprimono «forte preoccupazione» per l’attuale situazione di incertezza che stanno vivendo i lavoratori.
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