Zafferano, sì agli incentivi
Anche a Paganica la produzione resiste alle difficoltà
L’AQUILA. «Occorre proteggere il mercato dello zafferano aquilano da quello che viene dal Medio Oriente, che sia per i costi di produzione certamente più bassi sia per le caratteristiche organolettiche non ha nulla a che fare con il nostro “oro rosso”». Lo afferma, in una nota, il coltivatore della spezia Raffaele Alloggia, di Paganica.
«Da pensionato coltivo nel territorio di Paganica lo zafferano da più di 30 anni quasi esclusivamente per il consumo familiare, ma principalmente per passione verso questo prodotto di nicchia che nei secoli scorsi ha dato tanto lustro e ricchezza alla nostra città. Bene ha fatto la Regione ad attivare la Banca dello Zafferano e il bando per l’assegnazione a titolo di “prestito d’onore”dei bulbi ai giovani che ne hanno i requisiti. Ma quest’iniziativa non è certamente sufficiente da sola a recuperare la produzione perduta in questi ultimi anni. Anzi, secondo me, la produzione continuerà a scendere in quanto occorrerebbero altre iniziative più incisive affinché, in particolare le nuove generazioni vengano stimolate a intraprendere con passione questa attività. Già qualche anno fa avevo segnalato come alcuni giovani coltivatori iscritti alle cooperative, dopo aver prodotto discreti quantitativi di zafferano, (700/800 grammi ciascuno) analizzato e sigillato, hanno dovuto tenerlo in casa per mesi e mesi finché la cooperativa gliene ha fatto richiesta, ma nel frattempo, però, non avevano in tasca i soldi per il carburante per i loro mezzi agricoli. Occorre perciò che il produttore, non appena raccolto il prodotto, possa avere subito il corrispettivo».