LA POLEMICA
Zafferano straniero, l’accordo del Milan fa infuriare Navelli
Intesa tra il club rossonero e una ditta che produce in Asia. Il sindaco Federico: "Schiaffo a tradizione e competenza"
NAVELLI. Bulbi di zafferano coltivati in Italia e poi lavorati in Uzbekistan. Uno schiaffo al made in Italy che ha fatto sobbalzare dalla sedia il sindaco di Navelli, Paolo Federico. Ancor di più se l’Ac Milan, una delle squadre di calcio più blasonate al mondo, stringe una partnership proprio con l’azienda italiana, la Oro rosso di Milano, che ha scelto di produrre all’estero la preziosa spezia. Il sindaco Federico difende la dop assegnata a 13 comuni dell’Aquilano e invoca l’intervento delle istituzioni locali e del presidente della Regione Marco Marsilio.
«Politica e istituzioni», chiede il sindaco, «si muovano per fermare un accordo che rischia di fiaccare la qualità del Made in Italy e dello zafferano». Federico è il primo cittadino di Navelli, il Comune simbolo della spezia, dove nel 1971 è stata fondata la cooperativa “Altopiano di Navelli”, che riunisce i produttori locali di 13 comuni e che nel 2005 ha ottenuto il marchio dop dall’Unione europea per lo zafferano dell’Aquila. «In Italia», sottolinea Federico, «abbiamo tutte le abilità per lavorare lo zafferano. Non è necessario ricorrere a quelle delle comunità dell’Uzbekistan».
Il riferimento è all’accordo tra Milan e Oro rosso, siglato nei giorni scorsi, che prevede la lavorazione di bulbi coltivati in Lombardia dagli uzbeki. «Certo nel commercio ognuno è libero di fare come meglio crede», aggiunge Federico, «ma di sicuro non occorre essere esperti di marketing per capire che il prestigio e la visibilità di una società come il Milan meglio si sposerebbe con la tradizione italiana e soprattutto con il profondo legame che lega il capoluogo lombardo con l’Abruzzo in termini di nascita del risotto allo zafferano».
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