«Zona franca solo per L’Aquila»
Il Consiglio regionale vota la risoluzione sul perimetro degli aiuti.
L’AQUILA. Il Consiglio regionale ha giocato la carta del pragmatismo e ieri ha votato all’unanimità una risoluzione che accoglie in pieno i rigidi criteri stabiliti dell’Unione europea per la perimetrazione della Zona franca urbana. Il territorio dove ricadranno gli aiuti fiscali sarà limitato al Comune dell’Aquila per un’area che corrisponderà a 31mila cittadini residenti. Ci sarà certamente l’area industriale ma, ha precisato il consigliere Luca Ricciuti, la Regione chiederà che ci sia anche il centro storico della città «la zona rossa, dove il numero dei residenti è guale a zero». Il Consiglio regionale straordinario, convocato su richiesta del capogruppo dell’Italia dei Valori Carlo Costantini (ieri era la prima seduta dopo la pausa estiva) arriva comunque in ritardo sulla definizione della questione, anche se, come tutti hanno sottolineato, il pronunciamento unanime sulla Zona franca dà forza alla posizione di giunta e governo di fronte all’Unione europea.
La proposta dell’Aquila Zona franca è stata infatti già inoltrata al ministero dello Sviluppo economico, ha precisato il governatore Gianni Chiodi nel corso del suo intervento. E d’altra parte, ha aggiunto, «il pronunciamento del Consiglio dei ministri sulla previsione di Zona franca è del 23 aprile». Una previsione inserita, ha detto Chiodi «non per grazia ricevuta, ma per la forte volontà rappresentata dalla Regione, attraverso il presidente, pur senza il Consiglio regionale», ha aggiunto con un velo di perfidia, «perché non c’era tempo». Dalla decisione di chiedere l’istituzione della Zona franca si sono svolte 5 o 6 riunioni al ministero dello Sviluppo economico per la raccolta dei dati e delle informazioni utili a far digerire la pratica all’Unione europea, il vero ostacolo sulla strada degli incentivi fiscali.
La Zona franca infatti è assimilabile agli aiuti di stato, ha spiegato Chiodi, «e tutti sanno la riottosità dell’Unione europea a consentire ai paesi membri di intervenire con aiuti che possono alterare il principio fondamentale della libera concorrenza tra territori». Chiodi sarà a Bruxelles il 5 e 6 ottobre per incontrare i rappresentanti della Ue «che dovranno sostenere questa nostra richiesta». Quanto ai territori esclusi dalla perimetrazione, ha detto ancora il governatore, «stiamo costruendo una serie di interventi alternativi, come la possibilità di usufruire della misura ex 87b2 che stabilisce indennizzi per le calamità naturali e una rimodulazione dei fondi Por e Fers per 83 milioni destinati alle attività economiche». Il Consiglio, nella risoluzione votata, ha infine sottolineato la necessità che il governo implementi la dotazione finanziaria per la Zona franca che oggi è di 45 milioni di euro «al fine di consentire la possibilità di utilizzarne negli anni successivi i benefici fiscali».
La proposta dell’Aquila Zona franca è stata infatti già inoltrata al ministero dello Sviluppo economico, ha precisato il governatore Gianni Chiodi nel corso del suo intervento. E d’altra parte, ha aggiunto, «il pronunciamento del Consiglio dei ministri sulla previsione di Zona franca è del 23 aprile». Una previsione inserita, ha detto Chiodi «non per grazia ricevuta, ma per la forte volontà rappresentata dalla Regione, attraverso il presidente, pur senza il Consiglio regionale», ha aggiunto con un velo di perfidia, «perché non c’era tempo». Dalla decisione di chiedere l’istituzione della Zona franca si sono svolte 5 o 6 riunioni al ministero dello Sviluppo economico per la raccolta dei dati e delle informazioni utili a far digerire la pratica all’Unione europea, il vero ostacolo sulla strada degli incentivi fiscali.
La Zona franca infatti è assimilabile agli aiuti di stato, ha spiegato Chiodi, «e tutti sanno la riottosità dell’Unione europea a consentire ai paesi membri di intervenire con aiuti che possono alterare il principio fondamentale della libera concorrenza tra territori». Chiodi sarà a Bruxelles il 5 e 6 ottobre per incontrare i rappresentanti della Ue «che dovranno sostenere questa nostra richiesta». Quanto ai territori esclusi dalla perimetrazione, ha detto ancora il governatore, «stiamo costruendo una serie di interventi alternativi, come la possibilità di usufruire della misura ex 87b2 che stabilisce indennizzi per le calamità naturali e una rimodulazione dei fondi Por e Fers per 83 milioni destinati alle attività economiche». Il Consiglio, nella risoluzione votata, ha infine sottolineato la necessità che il governo implementi la dotazione finanziaria per la Zona franca che oggi è di 45 milioni di euro «al fine di consentire la possibilità di utilizzarne negli anni successivi i benefici fiscali».