Carnevale, scacciare il male con il fracasso

L’antropologo Stoppa parla dei riti tradizionali teatini, dal Canto dei mesi al Ballo dei pali intrecciati
CHIETI. Dai costumi del Canto dei mesi al Ballo dei pali intrecciati; dai cappelli conici dei pulgenella al funerale di re Carnevale. Questi e di altri riti del Carnevale tradizionale abruzzese racconterà Francesco Stoppa, direttore del Centro di antropologia territoriale per il turismo dell’università d’Annunzio che mira a rivitalizzare e far conoscere le tradizioni regionali.
A cominciare proprio dal Carnevale, una festa caratterizzata da una serie di riti in cui tutto si rovescia, all’insegna della gioia per l’arrivo della primavera e di gesti propiziatori per favorire il raccolto. Come le maschere dei pulgenella, con copricapo a forma di cono alti fino a un metro e mezzo che collegano il cielo e la terra affinché i campi siano fertili e diano frutti abbondanti .
«Recano simboli primaverili come fiori e germogli, fatti con pon pon e nastri», spiega Stoppa. Ma non mancano il bastone fiorito e la frusta, «per scacciare l’inverno e accogliere la primavera». Un altro elemento caratteristico dell’antico Carnevale teatino è il Canto dei mesi. Tredici figuranti in abito tradizionale, uno per ogni mese e uno che impersona l’anno, ballano e cantano una strofa che racconta cosa succede in quel periodo particolare: dalla semina alla trebbiatura, dalla transumanza alla vendemmia. Versi che raccontano l’antico mondo agropastorale abruzzese.
A rivelare come sarà l’anno appena iniziato è il Ballo del palo intrecciato: otto coppie danzano tenendo il capo di un nastro intorno a un palo con la sommità fiorita. Se il nastro si attorciglia, i mesi a seguire saranno sfortunati. In caso contrario si preannuncia un periodo favorevole e sereno. Gran finale è il processo a re Carnevale, la «carnevalata», rappresentazione satirica in cui si brucia un fantoccio che rappresenta l’anno vecchio. Nelle tasche del pupazzo, cucite prima del rogo, vengono inseriti biglietti con un desiderio, che una volta bruciato arriva fino al cielo. A far da sottofondo alle fiamme c’è un canto sulla falsa riga di quelli funebri, che fa da contorno a un corteo buffo e colorato. Tutti questi riti saranno rievocati nel pomeriggio di martedì grasso in centro storico, fra piazza San Giustino, piazza Vico e piazza Malta.
Basta indossare un abito colorato e portare oggetti rumorosi per partecipare all’antico Carnevale e scacciare il male con il fracasso. (f.r.)
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